2008-09-25 15:14:52

Giornata marittima mondiale: l'invito di mons. Marchetto a pregare per tutta la gente del mare


Si celebra oggi la “Giornata Marittima Mondiale” promossa dall’Organizzazione Marittima Internazionale (OMI) che, come agenzia delle Nazioni Unite, ha la responsabilità di migliorare la sicurezza marittima e prevenire l’inquinamento causato dalle imbarcazioni. Quest'anno la Giornata celebra i 60 anni dell'OMI al servizio dei trasporti marittimi. Fabio Colagrande ha intervistato l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, dicastero che comprende tra le sue attività l’Apostolato del Mare. RealAudioMP3

R. - Dobbiamo ricordare che il commercio e il trasporto marittimo sono vitali per tutti noi. In questo settore lavorano milioni di persone: penso, in special modo, ai marittimi, ai pescatori, al personale delle navi da crociera, del piccolo cabotaggio e dei ferry, penso ai lavoratori nei porti e sulle piattaforme petrolifere offshore. La loro è una vita dura e pericolosa; essi soffrono di solitudine, lavorano ad orari irregolari, in un ambiente spesso ostile, esposti, come sono, a tutte le intemperie. Ricordiamo, ad esempio, gli uragani e i tifoni che hanno devastato di recente i Caraibi, il Golfo del Messico e il sud-est asiatico. Questa Giornata è, dunque, l’occasione di pregare per tutta la gente del mare e riconoscerne il contributo e i sacrifici a favore del benessere di tutti.
 
D. – Mons. Marchetto, quali sono dunque le implicazioni di questa Giornata per il Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti?
 
R. - Il 2008 è stato contrassegnato da numerose catastrofi marittime: naufragi, come nelle Filippine, incidenti e collisioni in mare. Nel Mediterraneo sono scomparse intere imbarcazioni, causando la morte di numerosi rifugiati e immigrati, che tentavano di raggiungere l’Unione Europea. Nell’Oceano Indiano, la pirateria al largo delle coste somale è in piena espansione e minaccia una delle principali vie marittime in cui transitano ogni anno più o meno 30 mila imbarcazioni. Questi sono, purtroppo, dati di fatto che riguardano il nostro Pontificio Consiglio, che ha appunto la cura pastorale di questo settore. E’ oggi accertato, comunque, che molte di queste catastrofi sono causate dall’“errore umano”. Per questo gli sforzi dell’OMI, diretti a trovare delle soluzioni, non possono limitarsi a decisioni tecniche o materiali, ma, al contrario, devono privilegiare l’“elemento umano”, mettendo cioè l’uomo stesso al centro di tutte le preoccupazioni. Questi sforzi, però, non devono restare isolati. Attraverso il suo impegno in oltre 110 porti, anche l’Apostolato del Mare, specialmente in questo Anno dedicato a San Paolo, grande viaggiatore e apostolo, vuole sottolineare che non basta avere buone navi a livello tecnico, ma che il loro elemento – se così possiamo dire – più importante è l’uomo che resta prioritario nella nostra attenzione.







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