Il cattolico Taro Aso nominato nuovo premier del Giappone
E’ il cattolico Taro Aso il nuovo primo ministro giapponese. Il Parlamento lo ha votato
oggi a larga maggioranza su Ichiro Ozawa, leader dell'opposizione. La nomina di un
cattolico alla guida del governo rappresenta una grande novità in un Paese scintoista
e buddista, dove la comunità cattolica conta solo un milione di fedeli su un totale
di 128 milioni di abitanti. Nel 1979 fu Masayoshi Ohira il primo cattolico a capo
dell’esecutivo di Tokyo. Sono molti i politici nipponici che hanno studiato in scuole
cattoliche, e tra questi Taro Aso. Giancarlo La Vella ne ha parlato con mons.
Giuseppe Pittau, gesuita, da anni in missione in Giappone:
R. – Il
primo ministro Aso, da buon politico giapponese, rispetta la Costituzione e quindi
rispetta anche la religione come libertà dovuta a tutti.
D.
– Qual è l’influsso della Chiesa cattolica nella società giapponese?
R.
– L’influsso della Chiesa cattolica è dovuto soprattutto alle scuole, non perché il
numero degli studenti cattolici sia elevato, ma perché è considerata un’educazione
seria, che non solo educa sul fronte intellettuale e scientifico, ma soprattutto alla
vita sociale, alla vita morale, alla vita nel rispetto delle tradizioni del Giappone.
D.
– Mons. Pittau, come è stata accolta in Giappone la nomina a premier di Taro Aso?
R.
– La stampa giapponese non ha quasi menzionato il fatto che Aso sia cattolico. Alcuni
hanno menzionato che è cristiano. Quindi, una posizione che rispetta i principi cristiani,
ma non parla di una denominazione. Un uomo serio, che ha tanta esperienza, e cui auguriamo
che possa veramente risolvere i problemi che ancora dividono la Cina e il Giappone
o la Corea e il Giappone. Si sono fatti dei passi molto grandi, ma c’è ancora da fare.
D.
– Qual è il rapporto della società giapponese con l’impegno religioso, con la spiritualità?
R.
– Il Giappone è una nazione libera, pacifica, quindi la parte politica ha mantenuto
il principio di distinzione tra religione e politica. La gente ha tempi fissi per
una pratica profonda religiosa, come per esempio a Capodanno, nel momento della morte,
della nascita dei bambini e soprattutto nel matrimonio. Quindi, ciò che rappresenta
la parte vitale.
D. – Come si esprime in Giappone
la piccola comunità cattolica?
R. – Nella partecipazione
alla vita nazionale. E’ una Chiesa piccola, ma generosa, con tanti martiri che, con
la loro vita, hanno mostrato che più che più che la vita stessa, la fede ha un valore
assoluto.