Il cardinale Bagnasco denuncia i silenzi della comunità internazionale sulle violenze
anticristiane in India
La prolusione del cardinale Angelo Bagnasco ha aperto ieri pomeriggio a Roma la riunione
del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (CEI). Il presidente
della CEI ha parlato delle violenze anticristiane in India, denunciando i silenzi
della comunità internazionale e affermando che la libertà religiosa non è un optional,
ma il caposaldo delle libertà. Quindi ha passato in rassegna i principali temi dell'attualità
italiana. Ce ne parla Alessandro Guarasci:
Il presidente
della CEI invita ad avere fiducia nel futuro dell'Italia evitando la “pedagogia della
catastrofe”:
“Più che un Paese da incubo, il nostro
è un Paese che ciclicamente conosce gli spasmi di un travaglio incompiuto, dove però
i segmenti luminosi non mancano, e i punti di forza neppure”.
I cristiani
dunque sono sollecitati a impegnarsi in politica, nell’economia e nel mondo del lavoro.
Ne discende che la famiglia deve essere considerata la cellula primordiale e come
tale va aiutata. “Se si disponesse – afferma il porporato - di un sistema fiscale
basato sul quoziente familiare, potrebbe determinarsi un circolo assai più virtuoso
tra le famiglie e la società nel suo insieme”. E’ chiaro che bisogna concentrarsi
in primo luogo sulle famiglie monoreddito e su quelle con più figli. Il presidente
della CEI nota poi che si sta procedendo verso un sistema federalista: “Non ci sono
tuttavia toccasana prodigiosi – rimarca - se si vuole che il nuovo assetto si riveli
effettivamente un passo avanti, è necessario che ciascun ente si interroghi su come
fare un passo indietro rispetto a metodi di spesa che saranno presto insostenibili.
Così come è necessario che rimanga forte e appassionato il senso della solidarietà
e della comune appartenenza ad un solo popolo e alla sua storia”. Sull’immigrazione
il cardinale dice di voler credere che i recenti atti di intolleranza non siano “una
regressione culturale in atto”, anche se “motivi di preoccupazione ve ne sono e talora
anche allarmi che occorre saper elaborare in vista di risposte sempre civili, per
le quali il pubblico dibattito deve lasciar spazio alla ricerca di rimedi sempre compatibili
con la nostra civiltà”. Sì invece ai ricongiungimenti familiari. E poi il caso di
Eluana Englaro. Vicinanza alla famiglia della giovane, ma anche consapevolezza che
se si arrivasse a una legge sul fine vita le dichiarazioni inequivocabili “non avranno
la necessità di specificare alcunché sul piano dell’alimentazione e dell’idratazione,
universalmente riconosciuti ormai come trattamenti di sostegno vitale, qualitativamente
diversi dalle terapie sanitarie”. Si tratta di una salvaguardia indispensabile se
si vuole evitare “esiti agghiaccianti” per malati che non possono esprimere la propria
volontà. Sul piano internazionale attenzione a quanto avviene in India:
“Gli
atti di violenza si sono susseguiti nel dispregio delle leggi, nell’impunità dei colpevoli,
nella disinformazione della stampa nazionale, nell’imbarazzo dei politici locali e
nel quasi silenzio della comunità internazionale”.
Uno scenario, chiosa
il cardinal Bagnasco, d’altri tempi “affacciatosi in un Paese retto da una democrazia
parlamentare e che coltiva grandi ambizioni sullo scacchiere internazionale”. Critica
la situazione in Pakistan e in Iraq, dove altri due caldei sono stati uccisi, “nel
quadro di una vera e propria ‘pulizia religiosa’ che sta portando alla decimazione
di una comunità che cinque anni fa contava un milione di fedeli, ed è oggi ridotta
a circa la metà, dopo la fuga nei Paesi vicini”. Serve quindi “una attenzione alla
libertà religiosa quale caposaldo della civiltà dei diritti dell’uomo e come garanzia
di autentico pluralismo”. Essa “è il caposaldo delle libertà e il criterio ultimo
di salvaguardia delle stesse”. Un accenno poi ai pellegrinaggi che “stanno conoscendo
una stagione di sorprendente rilancio. Esito di una richiesta pressoché spontanea
che le parrocchie e le diocesi intercettano”.