Innamorati di Cristo per servire gli uomini: così il Papa definisce i vescovi, chiamati
ad una testimonianza personale di santità per avere l'indispensabile autorevolezza
morale
Il vescovo deve essere innanzitutto un innamorato di Cristo, modello di perfezione
evangelica, immerso nell’ascolto della Parola di Dio per annunciarla in ogni occasione
opportuna e non opportuna: è quanto ha detto oggi Benedetto XVI incontrando i partecipanti
al convegno per i nuovi Vescovi promosso in questi giorni a Roma dalle Congregazioni
per i Vescovi e per le Chiese Orientali. Il servizio di Sergio Centofanti. Il
Papa descrive la figura del vescovo nella cornice di due eventi: l’Anno Paolino e
l’ormai prossimo Sinodo sulla Parola di Dio. Innanzitutto addita ai vescovi San Paolo
come modello, in particolare per il suo “grande amore per Gesù Cristo”:
“Dal
momento del suo incontro col Maestro divino sulla via di Damasco, la sua esistenza
fu tutta un cammino di conformazione interiore ed apostolica a Lui tra le persecuzioni
e le sofferenze (cfr 2 Tm 3,11). San Paolo stesso si definisce un uomo ‘conquistato
da Cristo’ (cfr Fil 3,12) al punto da poter dire: ‘Non sono più io che vivo, ma Cristo
vive in me’ (Gal 1,20); ed ancora: ‘Sono stato crocifisso con Cristo. Questa vita
che vivo nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha
dato se stesso per me’ (Gal 2,20). L'amore di Paolo per Cristo ci commuove per la
sua intensità”.
L’amore per Cristo significa
amore per la Parola di Dio che “deve avere una sua indiscussa centralità nella vita
e nella missione del vescovo”:
“L'Esortazione
apostolica Pastores gregis ricorda che ‘prima di essere trasmettitore della Parola,
il Vescovo, insieme con i suoi sacerdoti e come ogni fedele, ... deve essere ascoltatore
della Parola’ ed aggiunge che ‘non c'è primato della santità senza ascolto della Parola
di Dio che della santità è guida e nutrimento’ (n. 15). Vi esorto, pertanto, cari
Vescovi, ad affidarvi ogni giorno alla Parola di Dio per essere maestri della fede
ed autentici educatori dei vostri fedeli; non come coloro che mercanteggiano tale
Parola, ma come coloro che con sincerità e mossi da Dio e sotto il suo sguardo parlano
di Lui (cfr 2 Cor 2,17)”.
Il Papa, citando ancora
San Paolo, invita i vescovi ad affrontare la “grande sfida del secolarismo” con la
forza della Parola di Dio, “fedeli nel custodire puro e integro il deposito della
fede, radicati nella comunione ecclesiale”: “‘Annunzia
la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera,
esorta con ogni magnanimità e dottrina... vigila attentamente’ (2 Tm 4,2.5). Alla
luce di tali parole dell'Apostolo, non smettete di impegnarvi con il ‘consiglio, la
persuasione, l'esempio, ma anche con l'autorità e la sacra potestà’ (LG, n. 27) per
far progredire nella santità e nella verità il gregge a voi affidato”.
Il
vescovo – ha proseguito il Papa - deve essere un "uomo di Dio", perché non si possono
servire gli uomini senza essere prima "servi di Dio". Il suo primo impegno spirituale
è quello di progredire nella perfezione evangelica per acquisire di fronte agli uomini
“quell'indispensabile autorevolezza morale e quella prudente saggezza che si richiede
a chi è posto a capo della famiglia di Dio”:
“Tale
autorevolezza è oggi quanto mai necessaria. Il vostro ministero sarà pastoralmente
fruttuoso soltanto se poggerà sulla vostra santità di vita: l'autorevolezza del Vescovo
- afferma la Pastores gregis - nasce dalla testimonianza, senza la quale difficilmente
i fedeli potranno scorgere nel Vescovo la presenza operante di Cristo nella sua Chiesa
(cfr n. 43)”.
Benedetto XVI esorta quindi i vescovi
ad avere cura dei sacerdoti e ad essere loro vicini:
“Cercate
di promuovere una vera fraternità sacerdotale che contribuisca a vincere l'isolamento
e la solitudine, favorendo il sostegno vicendevole. E’ importante che tutti i sacerdoti
avvertano la paterna vicinanza e l'amicizia del Vescovo”.
Infine,
l’appello ad essere “animatori e guide dei giovani” che spesso si scoprono “affascinati
dal Vangelo”:
“Non mancate di proporre ai ragazzi
e ai giovani la scelta di una donazione piena a Cristo nella vita sacerdotale e religiosa.
Sensibilizzate le famiglie, le parrocchie, gli istituti educativi, perché aiutino
le nuove generazioni a cercare e a scoprire il progetto di Dio sulla loro vita”.