Filippine: dopo gli scontri a Mindanao cristiani e musulmani ricostruiscono una convivenza
Cristiani e islamici di Mindanao cercano di ricostruire una convivenza quotidiana,
dopo gli assalti dei ribelli del Fronte islamico Moro (Milf) negli ultimi due mesi.
“Una convivenza pacifica è possibile, nonostante la crisi nella regione”, spiega all'agenzia
AsiaNews Josie Toico, musulmana di Muntay, villaggio della zona di Kolambugan, in
Lanao del Nord. Qui ad agosto, quando i ribelli del Milf hanno occupato molti villaggi
a maggioranza cristiana, è fuggito il 70% delle famiglie cristiane, riparando nella
vicina città di Ozamiz. L’esercito ha risposto con attacchi massicci ed è ripreso
un conflitto che dura da 40 anni. A Muntay non ci sono stati incidenti e chi è fuggito
è ora tornato, ma c’è come una distanza tra cristiani e islamici. Per questo le autorità
hanno convocato un dibattito pubblico nella comunità, nel quale tutti hanno concordato
che qui cristiani e islamici non debbono combattersi, ma agire per mantenere la pace
nonostante la crescente tensione della provincia. Hanno sottoscritto un impegno nel
dialetto locale Visayan per vietare qualsiasi tipo di arma e condividere ogni notizia
utile per la sicurezza. “Siamo stati tutti d’accordo – sintetizza Dimalapang, di etnia
Maranao e membro di una delle famiglie islamiche di Muntay – che il conflitto è tra
esercito e gruppi del Milf. Noi non ne siamo parte. Se qui verranno ribelli Moro o
gruppi cristiani armati, ne informeremo i capi villaggio e parleremo con loro per
dissuaderli da colpire chiunque”. In caso di violenze, cristiani e islamici si daranno
reciproca accoglienza". Toico conclude che “noi tutti, islamici e cristiani, vogliamo
solo vivere in pace nella nostra comunità”. Intanto a Muntay sono ospitati profughi
fuggiti dalle città di Tangkal e Munai. (R.P.)