Arrestati due terroristi in Pakistan per l'attentato all'Hotel Marriot di Islamabad
Il Pakistan è sconvolto dall’attentato all’Hotel Marriot di Islamabad, costato la
vita ad almeno 60 persone. Oltre 300 sono, invece, i feriti. Due sospetti terroristi
sono stati arrestati dalla polizia pachistana. Sarebbero legati ad al Qaeda e uno
dei due era già ricercato per un tentativo di uccisione dell'ex presidente pachistano
Pervez Musharraf. In mattinata la conferma che il presidente pachistano Asif Ali Zardari,
il premier Yusuf Raza Gilani e alcuni capi militari avrebbero dovuto cenare all'Hotel
Marriott di Islamabad sabato scorso, ma all'ultimo minuto è intervenuto un cambio
di programma che ha salvato loro la vita. Dopo il terribile attacco, le autorità di
Islamabad hanno ribadito la linea dura nei confronti del terrorismo. Ce ne parla Francesca
Marino, esperta di questioni asiatiche per la rivista di geopolitica Limes, intervistata
da Giada Aquilino:
R. – Il
Pakistan ha rafforzato la lotta contro il terrorismo, perché è sempre più colpito
al suo interno. Nel Waziristan c’è una situazione preesistente al 2001 e alla lotta
al terrorismo. Il Waziristan fa parte di quell’area che sta a cavallo tra l’Afghanistan
e il Pakistan. In queste aree si rifugiano taleban oltre confine e arabi appartenenti
al nucleo originario di Al Qaeda.
D. – Nel suo primo
discorso ufficiale il presidente Zardari aveva avvertito anche che non sarebbero state
tollerate violazioni della sovranità territoriale. Nelle ultime ore, forze di Islamabad
hanno aperto il fuoco contro elicotteri statunitensi. Si rischia una crisi tra due
alleati nella lotta contro il terrorismo?
R. – La
crisi diplomatica è già in atto. Gli Stati Uniti attaccano il Waziristan per sconfiggere
le forze di Beitullah nel sud. Da notare per inciso che nessuno attacca Quetta, dove
si dice risieda allegramente il mullah Omar. Bisogna vedere se e quanto questa crisi
sia reale, perchè sembra che questa strategia, e, quindi, il via libera agli attacchi
americani su suolo pakistano, sia stata, in realtà, decisa mesi fa, durante il viaggio
del premier Gilani negli Stati Uniti, assieme al via libera all’elezione del presidente
Zardari.
150 operai sequestrati in Afghanistan In
Afghanistan un commando di sospetti talebani ha rapito oltre 150 operai di un’impresa
edile. L’episodio, avvenuto nella provincia di Farah, risale a ieri ma è stato reso
noto soltanto oggi. Tutti erano impegnati nella costruzione di caserme e altre strutture
appaltate dall’Esercito. Al momento della cattura viaggiavano a bordo di tre pullman,
bloccati lungo la strada. Per ottenere il rilascio le autorità sono in contatto con
gli anziani delle tribù locali.
Turchia - 13 neonati morti in ospedale Almeno
13 neonati sono morti nelle ultime 24 ore in un ospedale di Smirne in Turchia. Ancora
da chiarire le cause dei decessi. La polizia ha avviato un’inchiesta, mentre la stampa
locale ipotizza un’infezione batterica o virale.
Egitto: rapiti 11 turisti
stranieri In Egitto 11 turisti stranieri sono stati rapiti nella città meridionale
di Assuan. Tra di loro ci sarebbero 5 italiani, 5 tedeschi e un romeno. Secondo le
prime informazioni, diffuse dai media locali, i rapitori avrebbero chiesto un riscatto.
Anche la Farnesina ha confermato il coinvolgimento degli italiani, precisando che
l’unità di crisi lavora a stretto contatto con le autorità egiziane. A seguire la
vicenda anche il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, che in
una nota ha auspicato la pronta liberazione dei connazionali.
Giappone In
Giappone l’ex ministro degli Esteri, il cattolico Taro Aso, è stato eletto presidente
del partito Liberlademocratico (LPD) e si avvia a diventare il 92.mo premier del Paese.
La notizia ha destato molta attenzione non solo fra i cittadini giapponesi ma anche
nella stampa internazionale. Il motivo – sostiene l’agenzia Fides - è da ricercare
nella sua appartenenza alla comunità cattolica, che in Giappone conta un milione di
fedeli su 127 milioni di abitanti. Aso non ha rimarcato la sua appartenenza religiosa,
sottolineando che la priorità per il Paese è la crescita economica e, in politica
estera, rinsaldare la stretta alleanza con gli Stati Uniti.
Corea del Nord
- Nucleare La Corea del Nord ha chiesto la rimozione dei sigilli e delle telecamere
poste dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) all’impianto di Yongbyon,
l’installazione nucleare che si era impegnata a smantellare. Lo ha detto il numero
uno dell’AIEA, Mohamed El Baradei, mentre un diplomatico locale riferisce che i sigilli
sono già stati rimossi, così come riporta l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.
Israele
consultazioni Consultazioni serrate per il capo dello Stato Israeliano, Shimon
Peres, che, all’indomani delle dimissioni del primo ministro Ehud Olmert, sta incontrando
i leader delle maggiori formazioni politiche in vista della formazione di un nuovo
esecutivo. Gli analisti ritengono che entro stasera l’incarico sarà affidato al ministro
degli Esteri Tzipi Livni, eletta in settimana alla guida del partito Kadima. I pareri
fino ad ora sono discordanti. Il laburisti hanno suggerito il nome del loro rappresentante,
Ehud Barak, mentre il Likud ha avanzato due alternative: o un governo guidato da Benyamin
Netanyahu, oppure elezioni anticipate. Alitalia Senza un
piano credibile per il rilancio di Alitalia, giovedì prossimo l’ENAC sospenderà o
revocherà la licenza di volo. E’ quanto affermato dal presidente dell’Ente nazionale
per l’aviazione civile, Vito Riggio, nell’incontro di oggi con il commissario straordinario
Augusto Fantozzi. Quest’ultimo ha annunciato che fino al 30 settembre Alitalia è sul
mercato. Pubblicato infatti un bando per raccogliere l’interesse di soggetti in grado
di garantire la continuità del servizio per uno o più rami del gruppo. Favorevoli
opposizione e sindacati, ma il governo ha ribadito che l’unica proposta è quella della
cordata italiana. Gran Bretagna In Gran Bretagna, a Manchester,
prosegue il congresso del partito laburista. Il premier Gordon Brown continua a confrontarsi
con i suoi avversari interni che hanno messo in discussione la sua leadership. In
un’intervista Brown ha peraltro ammesso di aver commesso alcuni errori ma ha tuttavia
respinto l’idea delle dimissioni.
Slovenia In Slovenia l’opposizione
di centro-sinistra, guidata dall'eurodeputato socialdemocratico Borut Pahor, ha vinto
di stretta misura le elezioni politiche di ieri e ora si avvia ad ottenere l’incarico
di formare il nuovo governo. Il partito democratico dell’attuale primo ministro Janez
Jansa si è fermato al 29% e con i suoi alleati non riesce a conquistare la maggioranza
relativa.
Somalia Almeno 19 persone sono rimaste uccise in Somalia
da colpi di mortaio sparati da una base militare contro alcune aree civili della capitale
Mogadiscio. Lo riferiscono fonti locali precisando che è arrivato a 29 morti il bilancio
delle violenze nelle ultime 24 ore. Intanto nel Puntland, un blitz della polizia ha
portato alla liberazione della coppia, un tedesco e una somala, rapita sabato scorso.
Missione Chavez all’estero Al via la missione all’estero del presidente
venezuelano Hugo Chavez. Ieri sera è arrivato a Cuba per incontrare il presidente
Raul Castro e il fratello Fidel, suo amico. Si tratta della prima tappa di un tour
che lo porterà anche in Cina, Russia, Francia e Portogallo e durante il quale è prevista
la conclusione di accordi nei settori dell’energia, delle infrastrutture, dell’informatica
e della cooperazione militare. Intanto navi russe della flotta del nord si stanno
dirigendo verso il mare dei Caraibi, dove, dal 10 al 14 novembre, sono in programma
esercitazioni congiunte con le unità navali del Venezuela.
Timoshenko:
annuncio visita in Russia Il primo ministro ucraino Iulia Timoshenko ha annunciato
l’intenzione di recarsi presto a Mosca per negoziare con la parte russa un accordo
strategico di lungo termine sulle forniture di gas russo all’Ucraina. Nei giorni scorsi
la premier, in polemica con il presidente ucraino Viktor Iushenko - che ha abbandonato
la coalizione democratica - aveva sottolineato che le posizioni fortemente antirusse
espresse dal capo di Stato in relazione alla crisi georgiana non avrebbero aiutato
il negoziato sul gas.
Bielorussia In Bielorussia l’opposizione
ha indetto una manifestazione nella capitale Minsk la sera del prossimo 28 settembre,
lo stesso giorno in cui sono in programma le elezioni legislative, per protestare
contro quella che definisce “la frode elettorale”. Fra le ragioni del corteo il rifiuto
delle commissioni elettorali di ammettere membri dell’opposizione in qualità di osservatori
ma anche l’impossibilità di trovare tipografie disponibili a stampare volantini e
manifesti. Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana
Anno LII no. 266 E' possibile
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del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.