2008-09-19 15:11:46

Tremonti: no alla nazionalizzazione di Alitalia


C’è grande allarme per la sorte di Alitalia dopo che ieri la CAI, la Compagnia Aerea italiana, ha ritirato il piano di salvataggio. Una decisione dovuta al mancato consenso di CGIL e associazioni professionali di piloti e assistenti di volo. Lufthansa ha fatto sapere di non avere interessi per Alitalia mentre il ministro dell’Economia Tremonti ha escluso l’ipotesi di qualsiasi nazionalizzazione della compagnia. Intanto però il Governo tenta un’ultima mediazione, ma la vicenda fa esplodere una nuova polemica politica. Il servizio di Giampiero Guadagni:00:01:48:29
Farebbero pensare a prospettive nuove e positive le scene di giubilo di molti dipendenti Alitalia alla notizia che la Compagnia aerea italiana ha ritirato la propria offerta. Al contrario, l’epilogo negativo della trattativa tra CAI e le nove sigle sindacali conduce Alitalia ad un passo dal fallimento. Uno scenario oggettivo, al di là del rimpallo di responsabilità che attraversa il mondo politico e sindacale. Il presidente della CAI Colaninno aveva chiesto il consenso di tutti al piano di salvataggio. Ma CGIL e sindacati autonomi di piloti e assistenti di volo hanno inviato una controproposta nella convinzione che ci siano altri margini di trattativa. La risposta è stata che di tempo e soldi non ce ne sono più e tutte le concessioni possibili sono state già fatte. Dunque l’offerta è ritirata ma si prova a lasciare qualche spiraglio per il negoziato. Incontri informali sono previsti nelle prossime ore tra Governo, sindacati e il commissario straordinario di Alitalia, Fantozzi, che fa sapere: i voli sono garantiti solo per pochi giorni. Intanto oggi partono 4 mila lettere di cassa integrazione e inevitabilmente esplode la polemica politica. Il premier Berlusconi e tutta la maggioranza indicano in CGIL e sinistra politica i responsabili della drammatica situazione. Accuse respinte al mittente sia dall’opposizione, che spera nel coinvolgimento di nuovi soggetti internazionali; sia dal leader della CGIL Epifani, per il quale nessun accordo è possibile senza il sì dei piloti. Epifani deve però fronteggiare anche le aspre critiche dei colleghi di CISL, UIL E UGL. Bonanni e Angeletti, in particolare, parlano di catastrofe sociale e sindacale e puntano il dito, oltre che sulle associazioni professionali, proprio sul leader della CGIL. Uno scontro frontale che rischia di avere serie ripercussioni anche su un altro importante tavolo di confronto aperto, quello con Confindustria, dove si tenta di riformare le regole generali della contrattazione.  







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