Cristiani e musulmani difendano insieme la dignità della famiglia: così il messaggio
del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso per la fine del Ramadan
Il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato anche quest’anno,
com’è ormai tradizione, un messaggio augurale al mondo islamico per la fine del Ramadan.
Tema del messaggio è “Cristiani e musulmani: insieme per la dignità della famiglia”.
Ce ne parla il segretario del dicastero vaticano, l’arcivescovo Pier Luigi Celata,
al microfono di Sergio Centofanti.
R. – Sulla
famiglia ci troviamo insieme con i musulmani nel riconoscerne il ruolo fondamentale
per la società, per ogni persona umana che ne fa parte. Nel rilevare questa importanza
della famiglia, abbiamo pensato – come del resto è accennato anche attraverso la citazione
della Gaudium et Spes, che è fatto nel messaggio – all’importanza e al valore della
famiglia in ordine ad ogni persona, persona che trova nella famiglia, dalla nascita
fino al declino e al termine della vita, il luogo e l’ambito affinché tutto ciò si
possa realizzare. Penso, ad esempio, al senso di responsabilità, al rispetto per la
dignità di ogni persona, alla realizzazione di ogni membro della famiglia secondo
le proprie attitudini. Indichiamo poi anche la possibilità e di conseguenza anche
il dovere di operare, di agire insieme. Come poi è già successo in circostanze diverse:
penso ad alcune conferenze internazionali a livello anche di Nazioni Unite, nelle
quali rappresentanze musulmane e la Santa Sede stessa hanno potuto trovarsi insieme
per difendere e cercare di far affermare alcuni valori attinenti alla famiglia. La
famiglia ha bisogno – e questo lo sappiamo bene – di essere presa in considerazione
seriamente oggi e a tutti i livelli: a livello legale, a livello sociale; la famiglia
ha bisogno di misure e di provvedimenti legali e sociali che assicurino, ad esempio,
certe condizioni di lavoro idonee allo svolgimento delle responsabilità dei genitori
nei riguardi dei figli. Pensiamo, ad esempio, all’entità dei salari e come cristiani
illuminati dall’esperienza che abbiamo anche a livello dottrinale, siamo sensibili
ad un salario che tenga conto della famiglia in concreto; pensiamo alla famiglia anche
come luogo dove i genitori sono chiamati ad esercitare una precisa responsabilità
in funzione dell’educazione dei figli. Possiamo riferirci e pensare alle scelte educative
che i genitori devono poter effettuare in piena libertà e responsabilità. C’è, quindi,
un ambito molto vasto nel quale cristiani e musulmani possono operare insieme. Naturalmente
abbiamo dei valori comuni che attengono alla famiglia ed abbiamo anche tradizioni
e valori diversi riguardo alla famiglia. Quello che è, però, comune tra di noi è già
una base assai ampia per poter lavorare insieme a beneficio della famiglia.
D.
– Come vengono accolti dal mondo musulmano questi messaggi augurali della Chiesa cattolica?
R.
– In genere, per le risonanze che abbiamo ed anche per alcune corrispondenze e reazioni
scritte che riceviamo, possiamo dire in modo molto positivo. Vi vedono un segno di
amicizia, di vicinanza, una volontà condivisa di conoscersi sempre meglio e di camminare
insieme in difesa di quei valori ai quali teniamo, gli uni e gli altri.