Zimbabwe: i vescovi chiedono al nuovo governo di coalizione di affrontare la crisi
umanitaria
La prima emergenza che deve affrontare il nuovo di governo di coalizione in Zimbabwe
è la crisi umanitaria che attanaglia il Paese. Lo ha detto il Segretario generale
della Conferenza episcopale locale, padre Frederick Chiromba, commentando la firma
dell’accordo che dovrebbe sancire la fine della crisi politica innescata dalle contestate
elezioni presidenziali dello scorso mese di marzo. “L’emergenza più immediata - ha
detto il sacerdote presente lunedì alla cerimonia ufficiale della firma - è di fare
arrivare il cibo alla gente. C’è un grande bisogno di aiuti alimentari, perché alla
disastrosa crisi economica si è aggiunto adesso un cattivo raccolto. Inoltre, mancano
le medicine negli ospedali e c’ è la situazione degli oltre tre milioni di profughi
che si sono rifugiati nei Paesi vicini”. Tra le priorità fissate dall’intesa siglata
dal Presidente Mugabe e dal leader dell’opposizione Tsvangirai, dopo otto settimane
di negoziati mediati dal presidente sudafricano Thabo Mbeki - riferisce l'agenzia
Cisa - vi è il ripristino della stabilità e della crescita economica. Padre Chiromba
ha ammonito che questa ripresa non sarà possibile se non accompagnata da un processo
di riconciliazione nazionale e dal risanamento delle coscienze traumatizzate dalle
violenze di questi anni. Un processo cui la Chiesa cattolica in Zimbabwe intende dare
il suo contributo: “La Chiesa – ha detto padre Chiromba - ha sempre svolto un ruolo
cruciale, pensando innanzitutto ai bisogni della gente e continuerà a farlo mentre
preghiamo e speriamo che ora la vita qui cambierà in meglio”. La firma dell’accordo
- ha evidenziato in conclusione il Segretario della Conferenza episcopale - è solo
l’inizio di un lungo e difficile processo. Un giudizio sostanzialmente condiviso dalle
altre Chiese cristiane che in questi giorni hanno espresso un cauto ottimismo sul
processo in corso. (L.Z.)