2008-09-18 16:13:44

La Chiesa polacca chiede la restituzione dei beni "rubati" durante il regime comunista


“La Chiesa polacca non cerca affatto di ripristinare il possesso di quello che è stato - nel senso ampio della parola - nazionalizzato dopo la seconda guerra mondiale. La Commissione patrimoniale chiede di restituire alla Chiesa quello che le è stato rubato” – ha detto il portavoce della Conferenza episcopale polacca. Mons. Józef Kloch ha incontrato i giornalisti a Varsavia per rispondere alle numerose domande sorte dopo le recenti pubblicazioni sulla stampa polacca riguardo alla restituzione dei beni ecclesiastici. “Anche se la legge del 1950 garantiva che presso le parrocchie potevano rimanere terreni fino ai 50 ettari, in seguito funzionari troppo zelanti li sottraevano, semplicemente li sequestravano, li rubavano” – ha dichiarato il portavoce dell’Episcopato. Ha ricordato che la Commissione patrimoniale si occupa del problema da 17 anni. “Purtroppo, l’Agenzia di Immobili Agrari non esegue in modo adeguato i suoi compiti, se i lavori durano tanto tempo – ha detto mons. Kloch. – Né si può dire che vada restituita ara per ara, ettaro per ettaro, visto che 22 are nel centro di Varsavia non equivalgono a 22 are in un luogo remoto, per esempio vicino alla frontiera slovacca. Perciò argomentare che la Chiesa ha già ricevuto più di quello che le spettava è, diciamolo francamente, falso ed erroneo. Bisogna restituire l’equivalente del valore di un determinato immobile, e non ara per ara o ettaro per ettaro” – ha aggiunto il portavoce dell’Episcopato polacco. Il Gruppo Parlamentare della Sinistra ha annunciato che in questa stessa settimana ricorrerà al Tribunale Costituzionale per esaminare la conformità con la Costituzione polacca della legge sui rapporti dello Stato con la Chiesa cattolica, specialmente delle norme che riguardano l’attività della Commissione patrimoniale. Secondo i deputati della Sinistra quest’ultima istituzione va abolita. “Ovviamente, se un qualsiasi raggruppamento politico vuole appellarsi al Tribunale Costituzionale contro una qualsiasi legge, può farlo nei limiti del diritto. Questo, nessuno glielo vieta” – ha commentato mons. Kloch. (V.V.) 







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