La Chiesa polacca chiede la restituzione dei beni "rubati" durante il regime comunista
“La Chiesa polacca non cerca affatto di ripristinare il possesso di quello che è stato
- nel senso ampio della parola - nazionalizzato dopo la seconda guerra mondiale. La
Commissione patrimoniale chiede di restituire alla Chiesa quello che le è stato rubato”
– ha detto il portavoce della Conferenza episcopale polacca. Mons. Józef Kloch ha
incontrato i giornalisti a Varsavia per rispondere alle numerose domande sorte dopo
le recenti pubblicazioni sulla stampa polacca riguardo alla restituzione dei beni
ecclesiastici. “Anche se la legge del 1950 garantiva che presso le parrocchie potevano
rimanere terreni fino ai 50 ettari, in seguito funzionari troppo zelanti li sottraevano,
semplicemente li sequestravano, li rubavano” – ha dichiarato il portavoce dell’Episcopato.
Ha ricordato che la Commissione patrimoniale si occupa del problema da 17 anni. “Purtroppo,
l’Agenzia di Immobili Agrari non esegue in modo adeguato i suoi compiti, se i lavori
durano tanto tempo – ha detto mons. Kloch. – Né si può dire che vada restituita ara
per ara, ettaro per ettaro, visto che 22 are nel centro di Varsavia non equivalgono
a 22 are in un luogo remoto, per esempio vicino alla frontiera slovacca. Perciò argomentare
che la Chiesa ha già ricevuto più di quello che le spettava è, diciamolo francamente,
falso ed erroneo. Bisogna restituire l’equivalente del valore di un determinato immobile,
e non ara per ara o ettaro per ettaro” – ha aggiunto il portavoce dell’Episcopato
polacco. Il Gruppo Parlamentare della Sinistra ha annunciato che in questa stessa
settimana ricorrerà al Tribunale Costituzionale per esaminare la conformità con la
Costituzione polacca della legge sui rapporti dello Stato con la Chiesa cattolica,
specialmente delle norme che riguardano l’attività della Commissione patrimoniale.
Secondo i deputati della Sinistra quest’ultima istituzione va abolita. “Ovviamente,
se un qualsiasi raggruppamento politico vuole appellarsi al Tribunale Costituzionale
contro una qualsiasi legge, può farlo nei limiti del diritto. Questo, nessuno glielo
vieta” – ha commentato mons. Kloch. (V.V.)