Il Papa invita la Bosnia ed Erzegovina a superare le divisioni del passato e lancia
un appello alla comunità internazionale a sostenere il Paese balcanico
Stamane l’udienza del Papa alla nuova ambasciatrice della Bosnia ed Erzegovina presso
la Santa Sede, la signora Jasna Krivosic-Prpic, 58 anni, sposata, tre figli, una laurea
in Lingue, una specializzazione in giornalismo, con un’esperienza lavorativa alle
spalle in campo finanziario. Il servizio di Roberta Gisotti:
Benedetto
XVI plaude ai progressi fatti nella Bosnia ed Erzegovina per consolidare i gesti di
riconciliazione ed incoraggia la comunità internazionale a proseguire negli sforzi
per assistere questo Paese; Paese che per la sua particolare posizione geografica
“contiene una ricca miscela” di culture ed etnie differenti, “preziosi patrimoni”,
che tuttavia – ha ricordato il Papa – “tragicamente” sono state nel corso della storia
sovente “fonte di disaccordi e frizioni”. Peraltro ciascuno dei tre popoli che hanno
formato questo Paese “sa fin troppo bene” che tali differenze sono state “causa di
conflitti e guerre”. “Nessuna persona desidera la guerra” – ha rimarcato il Santo
Padre – “nessun genitore desidera conflitti per i propri figli”, “nessun gruppo civile
o religioso ricorrerebbe alla guerra o all’oppressione”. E “tuttavia, così tante famiglie
nella Bosnia ed Erzegovina hanno patito sofferenze dovute a tali calamità”. Benedetto
XVI ha chiesto dunque di ascoltare comunque “la voce della ragione”. “Ogni individuo
– ha detto - sostenuto dalla speranza che noi tutti desideriamo per noi stessi e per
le generazioni future, può trovare la forza di superare le divisioni del passato”.
“Confido
– ha aggiunto il Santo Padre – che nell’accettare i fatti della storia regionale e
le gravi lezioni degli anni recenti, si troverà coraggio per costruire un futuro con
un forte senso di solidarietà”. E per questo possono giocare un ruolo decisivo le
famiglie anzitutto e poi la scuola, e le altre istituzioni dello Stato, chiamate ad
esaltare i principi che sono al cuore di tutte le democrazie. In particolare, il Papa
ha raccomandato di affermare la giustizia sradicando la corruzione e le altre forme
di criminalità attiva, di supportare un sistema giudiziario indipendente e imparziale,
e di garantire eguali opportunità di occupazione. Si è detto sicuro Benedetto XVI
che le riforme costituzionali allo studio dell’attuale Governo raccoglieranno le legittime
aspirazioni di tutti i cittadini della Bosnia Erzegovina, “garantendo sia i diritti
individuali che dei gruppi sociali, al tempo preservando i comuni valori morali ed
etici che legano tutti i popoli e rendono i leader politici responsabili”. Ha assicurato
il Papa l’ambasciatrice della Bosnia ed Erzegovina che la Chiesa locale continuerà
ad assistere lo Stato “nel raggiungimento degli obiettivi di riconciliazione, pace
e prosperità”.
Il Papa si è detto infine fiducioso
che possano stringersi ancor più i rapporti di cooperazione esistenti tra la Bosnia
ed Erzegovina e la Santa Sede, grazie all’Accordo di Base siglato a Sarajevo nel 2006,
che facilita il diritto di stabilire luoghi di culto e di intraprendere opere ecclesiali,
e allo stesso tempo offre un esempio positivo di principi democratici che stanno radicandosi
nel Paese balcanico.