Bolivia: nuovo appello dei vescovi contro le violenze
“No alla violenza, sì all’intesa!”. Questo il titolo del documento diffuso dalla Conferenza
episcopale della Bolivia, al termine della riunione di due giorni del Consiglio permanente.
I vescovi si dicono preoccupati per lo scontro sociale sempre più grave nel Paese.
Nel documento si afferma che “La Bolivia sta vivendo in questi momenti un processo
politico di forte cambiamento, e perciò occorre uno sforzo congiunto per superare
la povertà e rispondere ai problemi delle persone più bisognose”. Constatano i presuli:
“La Nazione è oggi minacciata da crescenti livelli di scontro e violenza tra fratelli
che, con atteggiamenti di intolleranza, odio, xenofobia e razzismo, tentano di imporre
la loro visione”. A fronte di questa situazione, forte l’appello: “Nel nome di Dio
cessi la violenza e tutti, autorità e popolo, rendiamoci capaci di avviare un cammino
di crescita integrale, fondato su valori della giustizia, della verità, della libertà
e della solidarietà”. Tutto il Paese è infatti convocato a una Giornata Nazionale
di preghiera per la pace prevista per venerdì. Intanto continuano le violenze: l’episcopato
di San Ignacio di Velasco ha denunciato pochi giorni fa un’aggressione contro lo stesso
vescovo della Diocesi mons. Carlos Stetter e alcuni lavoratori della Radio Juan XXIII
da parte di gruppi di giovani armati e in stato di ebbrezza. In una lettera indirizzata
a mons. Luis Morgan Casey, presidente della Commissione Episcopale di Pastorale Sociale
e Caritas Bolivia, la Caritas America Latina e Caraibi ha espressa vicinanza e solidarietà
al popolo boliviano. I firmatari - riferisce l'agenzia Fides - chiedono a Dio l’aiuto
per la Bolivia in questo tempo difficile, affinché si riescano “a percorrere fraternamente
strade di dialogo sincero e di rispetto tra tutti, generando veri spazi di intesa
che annullino ogni spirale di violenza” e si possa accrescere la “dignità dell’essere
persone, cittadini e credenti, capaci di ascoltarsi e ritrovarsi perché desiderose
di costruire insieme una Patria per tutti i boliviani. I giovani della Bolivia, i
vostri figli - continua la lettera - meritano un futuro di pace dove la concordia
e la fraternità siano alla base della convivenza nelle vostre città”. Aumentare gli
scontri, d’altra parte, contribuirà solamente ad aumentare “il dolore nei cuori e
nelle famiglie”. (V.V.)