Simposio a Roma dedicato al rapporto tra Pio XII e gli ebrei: intervista con Gary
Krupp
Nella conferenza stampa che si terrà oggi pomeriggio a Palazzo Salviati, a Roma, si
farà il punto dei tre giorni di lavori dedicati a Pio XII e al suo operato negli anni
della persecuzione degli ebrei da parte del nazifascismo. Ha organizzato il simposio
la Fondazione Pave the Way: il suo presidente, Gary Krupp, un ebreo americano, ha
più volte dichiarato che Pio XII ha salvato nel mondo più ebrei di chiunque altro
nella storia. Il servizio di Fausta Speranza:
Al
Simposio, organizzato dalla Fondazione Pave the Way a 50 anni dalla morte di Papa
Pacelli, è stata analizzata “l’ampia documentazione, inedita basata sulle dichiarazioni
di testimoni oculari, che smentisce le accuse di indifferenza, antisemitismo e connivenza
con i regimi totalitari rivolte a Pio XII''. La Fondazione Pave the Way è un organismo
per il dialogo tra le religioni del mondo, con sede a New York. Le testimonianze e
i documenti che ha raccolto sono stati integrati da ricerche anche presso fondi dell’Archivio
Segreto Vaticano. Tra i tanti accademici o personalità religiose partecipanti ai lavori,
infatti, c’è anche il vescovo Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano.
E c’è poi padre Peter Gumpel, relatore della causa di Beatificazione di Pio XII. La
collega Marta Vertse, del programma ungherese, ha intervistato l’esponente della comunità
ebraica statunitense e presidente della Fondazione Pave the Way, Gary Krupp,
che ci spiega quante interpretazioni errate siano state fatte del Pontificato
di Pio XII:
R. – We have discovered... Abbiamo
scoperto che ci sono stati grandi problemi nell’interpretazione di questo Papato,
internazionalmente, e per 45 anni lo abbiamo lasciato nelle mani degli storici. Per
questo la nostra preoccupazione è quella che tutto ciò sia reso pubblico e che lo
si ascolti. E se lei va nel nostro sito web, www.ptff.org, può ascoltare tutte queste
interviste e vedere tutti i documenti e tutte le prove che abbiamo raccolto. L’idea
che oggi generalmente si ha di questo Papato è interamente sbagliata e noi vogliamo
raggiungere proprio un’accuratezza storica.
D. –
L’opinione comune nei confronti del Papato di Pio XII è cambiata dopo il 1963, dopo
il dramma di Hochhuth “Il Vicario”...
R.
– Sir Martin Gilbert… Sir Martin Gilbert, che è uno dei più grandi storici
della Seconda Guerra Mondiale, afferma in modo deciso che si tratta di fiction bella
e buona. Eppure, su questa base si è cambiata l’opinione del mondo riguardo a quest’uomo.
Quando penso a Pio XII penso alla storia di quel ragazzino olandese, con le dita nella
diga, che cerca di controllare i problemi che lo circondano e che cerca di farlo al
meglio delle sue capacità. Devo dire che lui ha fatto il meglio che, nella sua epoca,
ha potuto e l’idea che abbiamo di lui è completamente sbagliata. Ma noi siamo interessati
a cambiarla. Questo è quello stiamo facendo, mostrare i fatti, non lasciandoci confondere
da informazioni che non sono state verificate. Questo è tutto verificato: tutto quello
che abbiamo, è stato verificato, quello che noi abbiamo è documentato, provato e dimostrato
da fonti molteplici. Quindi, penso che alla fine, quando gli archivi vaticani saranno
completamente aperti questo sarà provato e noi saremo sostenuti. Questo è l’inizio
di un cambiamento. Il 9 ottobre 2008 è una data importante, è il 50.mo anniversario
dalla morte di Pio XII, ed è una data significativa anche per la religione ebraica,
perché in quella stessa data si celebra la più importante festa ebraica, lo Yom Kippur,
ed è la data del cambiamento. E il mio messaggio al Papa – perché incontrerò il Santo
Padre – è che questa data, questa data provvidenziale, possa essere l’inizio di una
nuova interpretazione del Papato di Pio XII, e la correzione della storia, perché
si ritorni al periodo precedente al 1963, all’anno del dramma. Questo è quello che
noi speriamo e il risultato sarà un miglior rapporto tra ebrei e cattolici.
D.
– Lei ha detto che cambierebbe la targa nel museo Yad Vashem che parla di Pio XII
...
R. – We don’t know... Non sappiamo
se lo faranno. Vede, lo Yad Vashem non ha nessuna delle informazioni che noi abbiamo
scoperto, perché noi abbiamo fatto interviste personali. Lo Yad Vashem è una istituzione
meravigliosa, che è l’essenza della storia dell’Olocausto. Dalle mie conversazioni
con loro risulta che sono affamati del maggior numero possibile di notizie; quindi
manderemo un video che comprende una dozzina di interviste e altri documenti allo
Yad Vashem, perché le studi. E io spero che quella targa, che storicamente è assolutamente
non corretta, possa essere ri-scritta con maggiore accuratezza storica. Questa targa
si basava sulle conoscenze dell’epoca, ma ora stiamo rendendo noti documenti che dimostrano
come la maggior parte di quelle affermazioni fossero false. Ecco: io spero che si
arrivi al momento in cui lo Yad Vashem possa apportare quella correzione su quella
targa ...