"L'autentica laicità non significa prescindere dalla dimensione spirituale": così
il Papa all’udienza generale dedicata al suo viaggio a Parigi e Lourdes, "luogo di
luce, speranza e conversione"
“Ho incontrato idealmente l’intero popolo francese, rendendo così omaggio a un’amata
Nazione nella quale la Chiesa, già dal II secolo, ha svolto un fondamentale ruolo
civilizzatore”: con queste parole Benedetto XVI ha voluto ricordare all’udienza generale
del mercoledì, nell’Aula Paolo VI, la sua recente visita pastorale in Francia. Il
Papa ha ripercorso le tappe del suo decimo viaggio apostolico internazionale sottolineandone
i momenti più significativi ed evidenziando il messaggio che Maria a Lourdes ha lasciato
all’umanità. Il servizio di Tiziana Campisi:
“Rendete
a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”: Benedetto XVI ha preso spunto
dal celebre detto di Gesù riportato nel Vangelo di Marco per spiegare che proprio
nell’ambito del “fondamentale ruolo civilizzatore” svolto dalla Chiesa è “maturata
l’esigenza di una sana distinzione tra la sfera politica e quella religiosa”. Quindi,
riprendendo le parole di Cristo ha detto:
“Se
sulle monete romane era impressa l’effige di Cesare e per questo a lui esse andavano
rese, nel cuore dell’uomo c’è però l’impronta del Creatore, unico Signore della nostra
vita. Autentica laicità non è pertanto prescindere dalla dimensione spirituale, ma
riconoscere che proprio questa, radicalmente, è garante della nostra libertà e dell’autonomia
delle realtà terrene, grazie ai dettami della Sapienza creatrice che la coscienza
umana sa accogliere ed attuare”. Il
Papa ha poi ricordato gli incontri del suo decimo viaggio apostolico internazionale.
Anzitutto quello con il mondo della cultura al Collège des Bernardins, dove partendo
da una riflessione sul monachesimo ha sottolineato che i monaci, scegliendo “la via
dell’ascolto della Parola di Dio”, sono giunti “ad una cultura della parola”, hanno
dovuto “penetrare nel segreto della lingua, comprenderla nella sua struttura”. Per
questo - ha aggiunto il Santo Padre - diventavano importanti “le scienze profane,
volte ad approfondire i segreti delle lingue”:
“Si
sviluppa, di conseguenza, proprio nella ricerca di Dio, nei monasteri la vera eruditio,
la vera cultura che ha formato poi la cultura nostra. Proprio per questo quaerere
Deum, cercare Dio, essere in cammino verso Dio, resta oggi come ieri la via maestra
ed il fondamento di ogni vera cultura”. Della
sua tappa a Notre-Dame Benedetto XVI ha richiamato alla memoria, in particolare i
“due tesori della fede cristiana” che ha consegnato ai giovani: lo Spirito Santo e
la Croce:
“Lo Spirito apre l’intelligenza umana
ad orizzonti che la superano e le fa comprendere la bellezza e la verità dell’amore
di Dio rivelato proprio nella Croce. Un amore da cui nulla mai potrà separarci, e
che si sperimenta donando la propria vita sull’esempio di Cristo”. Sull’Esplanade
des Invalides, “riecheggiando le parole dell’apostolo Paolo ai Corinzi”, il Papa ha
invece invitato “i fedeli di Parigi e della Francia intera a ricercare il Dio vivente,
che ci ha mostrato il suo vero volto in Gesù presente nell’Eucaristia, spingendoci
ad amare i nostri fratelli così come Lui ha amato noi”. Poi, parlando di Lourdes ha
definito la cittadina degli Alti Pirenei “un luogo di luce, di preghiera, di speranza
e di conversione, fondate sulla roccia dell’amore di Dio che ha avuto la sua rivelazione
culminante nella Croce gloriosa di Cristo”. “Alla scuola di Maria, prima e perfetta
discepola del Crocifisso – ha proseguito Benedetto XVI – i pellegrini imparano a considerare
le croci della propria vita proprio alla luce della Croce gloriosa di Cristo”:
“Dio
ci ha tanto amato da dare se stesso per noi: questo è il messaggio della Croce, 'mistero
di morte e di gloria'. La Croce ci ricorda che non esiste vero amore senza sofferenza,
non c’è dono della vita senza dolore. Molti apprendono tale verità a Lourdes, che
è una scuola di fede e di speranza, perché è anche scuola di carità e di servizio
ai fratelli. E in questo contesto di fede e di preghiera che si è tenuto l’importante
incontro con l’Episcopato francese: è stato un momento di intensa comunione spirituale,
in cui abbiamo insieme affidato alla Vergine le comuni attese e preoccupazioni pastorali”. Il
Papa ha anche confidato ai fedeli la commozione che lo ha colto osservando il religioso
silenzio dei pellegrini a Lourdes:
“Era commovente
il silenzio di queste migliaia di uomini, il silenzio davanti al Signore, un silenzio
non vuoto, ma pieno di preghiera e di coscienza della presenza del Signore, che ci
ama, ci ha amato fino alla Croce”. Quindi
ha concluso con queste parole:
“Maria, apparendo
a Santa Bernadette, ha aperto nel mondo uno spazio privilegiato per incontrare l’amore
divino che guarisce e che salva. A Lourdes, la Vergine Santa invita tutti a considerare
la terra come luogo del nostro pellegrinaggio verso la patria definitiva, che è il
Cielo”. Al termine della catechesi
l'esortazione ai giovani a fare dell’“amicizia con Gesù” il “motivo ispiratore di
ogni … scelta impegnativa”, ai malati ad attingere conforto dalla preghiera e agli
sposi novelli a mantenere il “contatto con il Signore” per “corrispondere alla … vocazione
familiare”.