2008-09-17 15:55:11

Ecuador: il segretario della Conferenza episcopale chiede il rispetto delle opinioni del clero


Padre Nicolás Dousdebés, Segretario generale aggiunto della Conferenza Episcopale ecuadoriana, ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Rafael Correa, nella quale chiede che si rispettino, anche se non si condividono, le opinioni dei vescovi e dei sacerdoti della Chiesa. Nella missiva ripresa dall’agenzia Fides, il Segretario afferma che “i cristiani devono amare la pace ma senza rinunciare alla difesa dei valori del Vangelo e agli insegnamenti della Chiesa, la quale rappresenta una voce che, come qualunque altra in una società democratica, dovrebbe essere rispettata ed ascoltata”. Tuttavia, afferma padre Dousdebés, ultimamente è stata offesa “per l’unico ‘delitto’ di mostrare il suo disaccordo rispetto ad alcuni punti del progetto di una nuova Costituzione, progetto in cui sono state ravvisate ambiguità che possono essere interpretate come favorevoli all’aborto; alla parificazione delle unioni omosessuali con la famiglia e contrarie al sostegno all’educazione particolare”. Domenica scorsa, quasi duecentomila persone hanno partecipato alle tre Sante Messe celebrate nei punti nevralgici di Guayaquil “per la pace, la vita e la famiglia”. Una di queste è stata officiata dall’arcivescovo e presidente della Conferenza Episcopale, mons. Antonio Arregui, alla presenza di rappresentanti delle chiese evangeliche. Le processioni e le Sante Messe rientravano nella Campagna di preghiera per l’Ecuador, organizzata dalla Conferenza Episcopale e programmata per tutto il mese di settembre. L’iniziativa prevede la preghiera giornaliera del rosario, l’Angelus a mezzogiorno ed il digiuno tutti i venerdì di questo mese. L’obiettivo è di rispondere alla chiamata dei Vescovi a riflettere sul progetto di una nuova Costituzione per il Paese, che sarà votato con referendum il 28 settembre. Durante l’omelia, mons. Arregui ha fatto riferimento ai principi “non negoziabili” violati dal progetto della nuova Costituzione. “Chiediamo che le radici cristiane della nostra cultura vengano manifestate nell’attenzione solidale ai più deboli ed indifesi: agli ammalati e agli handicappati, ai bambini e agli anziani, ai disoccupati e ai senza tetto, ed in special modo a coloro che non sono ancora nati, ma che, essendo stati concepiti, già sono persona nuova e distinta. Chiediamo che venga riconosciuto il proposito creativo di Dio quando ha creato l’uomo e la donna, complementari, affinché si aiutassero mutuamente e si trasformassero in nuove vite. Chiediamo che la famiglia sia sempre rispettata per educare i figli secondo le proprie convinzioni” ha affermato mons. Arregui. (R.P.)







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