Mons. Sharma: in Nepal la Chiesa cattolica sta vivendo una stagione felice
Mentre in India non sembra arrestarsi l’ondata di violenze anti-cristiana, nel vicino
Nepal “la Chiesa cattolica” è “stimata e apprezzata” dalla popolazione. A confermarlo
è mons. Anthony Sharma, vicario apostolico del Nepal, in un’intervista rilasciata
all’agenzia FIDES durante un seminario di studio tenuto in Vaticano. “In Nepal – ha
spiegato il presule - la Chiesa cattolica sta vivendo una stagione felice: siamo stimati
e apprezzati perché operiamo al servizio della popolazione, soprattutto nel campo
dell’istruzione. Lo testimonia il fatto che ogni anno fra le 200 e le 300 persone
ci chiedono di essere battezzate”. Mons. Sharma ci tiene a sottolineare che la Chiesa
ha sempre dimostrato di “essere una comunità a servizio della gente” e di aver così
guadagnato la stima di tutti i gruppi sociali, politici e religiosi presenti in Nepal.
“Abbiamo iniziato a farci conoscere con il nostro stile di presenza – ha aggiunto
il vescovo – e cioè quello di essere nella nazione per servire, soprattutto impegnandoci
nel campo dell’istruzione, che è tuttora la necessità maggiore. Prima andare a scuola
era un privilegio solo per ricchi, per le famiglie delle caste più alte, che potevano
permettersi di pagare gli studi. La comunità cattolica ha iniziato a svolgere un servizio
gratuito e destinato a tutti, senza discriminazione di casta, religione: così ci hanno
invitato nei villaggi e spesso regalato terreni per aprire nuove scuole”. Mons. Sharma
elenca quindi i frutti degli ultimi 25 anni di lavoro pastorale: “Oggi gestiamo 27
scuole in tutto il Paese, di cui 6 nella capitale Kathmandu e 21 in villaggi rurali
e montuosi. Garantiamo l’istruzione a oltre 17 mila studenti, fra i quali 9 mila donne.
Abbiamo rafforzato il nostro ruolo di Chiesa, presente per servire la popolazione
e questo ci ha fatto guadagnare la stima dell’intera collettività. Tanto che la comunità
cattolica è giunta fino ai circa 7.000 battezzati, che crescono al ritmo di circa
300 unità all’anno. Questo oggi è possibile perchè nel 1991 la nuova Costituzione
ha dato libertà di culto e di religione, e chi viene da noi per chiedere di diventare
cristiano può essere accolto. Ma prevediamo un serio cammino di due anni di catecumenato,
prima di impartire il Battesimo”. (D.B.)