Convegno a Roma su Pio XII: migliaia di testimonianze di ebrei salvati da Papa Pacelli
Un Simposio internazionale sulla figura di Pio XII e il suo pontificato negli anni
della Seconda guerra mondiale. I lavori si sono aperti stamane nel Palazzo Salviati
a Roma, con la partecipazione di personalità di fede ebraica e cattolica giunti da
Europa e Stati Uniti ed anche da Isralele. L’iniziativa, articolata in tre giorni
di relazioni e dibattiti, si deve all’associazione “Pave the Way Foundation”, fondata
dall’ebreo americano Gary Krupp e dedicata a promuovere la pace nella tolleranza e
comprensione tra le religioni. Il servizio di Roberta Gisotti.
Al
centro del Simposio i rapporti di Papa Eugenio Pacelli con gli Ebrei negli anni drammatici
degli eventi bellici in Europa, sotto i regimi dittatoriali del Nazismo in Germania
e del Fascismo in Italia. Sono noti gli attacchi portati avanti in alcuni ambienti
a partire dagli anni ’60 all’operato di Pio XII. In realtà, ha esordito stamane l’avvocato
e scrittore americano Ronald Rychlak, Pio XII è stato da alcuni condannato erroneamente
prima che si sia stato svolto un regolare processo, dove gli elementi dell’accusa
abbiano prodotto un giusto contradditorio. E le controprove sono le migliaia di testimonianze
– evidenziate nel Simposio – che sono state portate da chi è stato protagonista di
quegli eventi, ed ha sperimentato direttamente l’operato di Papa Eugenio Pacelli a
favore del popolo ebraico, quando in ogni modo possibile - considerato il contesto
della dittatura – si spese per salvare migliaia di ebrei, dando ordini in tal senso
alle gerarchie ecclesiastiche. Tra gli interventi appassionati quello di padre Peter
Gumpel, relatore della causa di Canonizzazione, che ha sottolineato come in contesti
di privazione delle libertà fondamentali è prassi ordinaria non porre ordini e disposizioni
per iscritto, per ovvi motivi di sicurezza, ma non per questo si può negare tutte
le azioni positive che Pio XII ha fatto per gli ebrei e per contrastare la furia criminale
dei regimi nazifascisti. Al nostro microfono Piero Laporta presidente
di “Pave the Way Foundation” in Europa:
R. – Quello che è assolutamente
evidente è che noi stiamo presentando documenti e testimonianze che sono documenti
e testimonianze sin dal dopoguerra, anzi sin dal periodo della Seconda Guerra Mondiale.
Sono allora documenti e testimonianze che esistono da sempre e che spesso sono stati
immotivatamente accantonati, ignorati e trascurati. Dopo 45 anni di diffamazione a
danno di questo Papa, io penso che da parte cattolica ci sia tutto il diritto di presentare
questi documenti e indurre la gente a riflettere. A chi lamenta
poi la mancata apertura degli Archivi da parte della Santa Sede riguardo quegli anni,
mons. Sergio Pagano, prefetto degli Archivi segreti vaticani, ha risposto – attraverso
un video trasmesso in sala – che le motivazioni sono puramente tecniche, e che non
appena pronti saranno resi pubblici.