Benedetto XVI incoraggia i vescovi francesi a lavorare nell'unità e nella fiducia
in piena comunione con Pietro
Molto intenso l'incontro che il Papa ha avuto ieri pomeriggio con la Conferenza episcopale
francese presso l’Hémicycle Sainte Bernadette a Lourdes. In un ampio discorso Benedetto
XVI ha affrontato le principali sfide della Chiesa in Francia. Il servizio della nostra
inviata Francesca Sabatinelli:
E’ stato
un discorso importante quello del Papa all’episcopato francese; le sue parole hanno
toccato gli aspetti fondamentali della missione dei vescovi, ha suggerito loro i possibili
strumenti per affrontare le attuali preoccupazioni della Chiesa del loro Paese e li
ha incoraggiati “a lavorare nell’unità e nella fiducia in piena comunione con Pietro”.
Ha parlato dell’importanza fondamentale della catechesi che “non è innanzitutto una
questione di metodo, ma di contenuti”. Il Vangelo infatti va annunciato “con fedeltà
reale alla sua ricchezza”: di qui la necessità di “una accurata preparazione dei catechisti”
per “la trasmissione integrale della fede”. Il Papa cita San Paolo quando afferma
che “verrà un giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina ma, per il prurito
di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie,
rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole”. E’ tornato poi
a parlare del bisogno di vocazioni sacerdotali e religiose che devono essere incoraggiate,
favorite e accolte. “Il sacerdozio è indispensabile alla Chiesa – ha detto – nell’interesse
dello stesso laicato”. Quindi ha puntualizzato: “I sacerdoti non possono delegare
le loro funzioni ai fedeli in ciò che concerne i loro propri compiti”. Riguardo alla
liturgia Benedetto XVI cita il Motu Proprio “Summorum Pontificum”, entrato in vigore
un anno fa, che ha liberalizzato l’uso del Messale di San Pio V riformato da Giovanni
XXIII nel 1962 e che in Francia aveva creato alcuni contrasti: “Des
fruits de ces nouvelles dispositions ont déjà vu le jour … Alcuni
frutti di queste nuove disposizioni si sono già manifestati, e io spero che l’indispensabile
pacificazione degli spiriti sia, per grazia di Dio, in via di realizzarsi. Misuro
le difficoltà che voi incontrate, ma non dubito che potrete giungere, in tempi ragionevoli,
a soluzioni soddisfacenti per tutti, così che la tunica senza cuciture del Cristo
non si strappi ulteriormente. Nessuno è di troppo nella Chiesa. Ciascuno, senza eccezioni,
in essa deve potersi sentire ‘a casa sua’, e mai rifiutato. Dio, che ama tutti gli
uomini e non vuole che alcuno perisca, ci affida questa missione facendo di noi i
Pastori delle sue pecore. Non possiamo che rendergli grazie per l’onore e la fiducia
che Egli ci riserva. Sforziamoci pertanto di essere sempre servitori dell’unità!" Di
particolare urgenza è la situazione della famiglia che – ha detto – affronta “oggi
delle vere burrasche”: “da vari decenni infatti le leggi hanno relativizzato in molti
Paesi la sua natura di cellula primordiale della società”: “Souvent,
elles cherchent plus à s’adapter aux mœurs et aux revendications … Spesso
le leggi cercano più di adattarsi ai costumi e alle rivendicazioni di particolari
individui o gruppi, che non di promuovere il bene comune della società. L’unione stabile
di un uomo e di una donna, ordinata alla edificazione di un benessere terreno, grazie
alla nascita di bambini donati da Dio, non è più, nella mente di certuni, il modello
a cui l’impegno coniugale mira. Tuttavia l’esperienza insegna che la famiglia è lo
zoccolo solido sul quale poggia l’intera società". Ha
quindi ribadito l’indissolubilità del Sacramento del matrimonio. La Chiesa – ha affermato
- vuol restare fedele al mandato di Gesù. “Certo – ha aggiunto – nessuno può negare
l’esistenza di prove, a volte molto dolorose” che alcune famiglie attraversano: “Il
faudra accompagner ces foyers en difficulté, les aider à comprendre la … Sarà
necessario accompagnare le famiglie in difficoltà, aiutarle a comprendere la grandezza
del matrimonio, e incoraggiarle a non relativizzare la volontà di Dio e le leggi di
vita che Egli ci ha dato. Una questione particolarmente dolorosa è quella dei divorziati
risposati. La Chiesa, che non può opporsi alla volontà di Cristo, conserva con fedeltà
il principio dell’indissolubilità del matrimonio, pur circondando del più grande affetto
gli uomini e le donne che, per ragioni diverse, non giungono a rispettarlo. Non si
possono dunque ammettere le iniziative che mirano a benedire le unioni illegittime.
L’Esortazione apostolica Familiaris consortio ha indicato il cammino aperto da un
pensiero rispettoso della verità e della carità". Il
Papa ha espresso quindi le sue preoccupazioni per i giovani che stima e apprezza ma
che vivono “in un mondo che li corteggia e blandisce i loro bassi istinti” e con Giovanni
Paolo II ha ribadito: “la permissività morale non rende l’uomo felice”. E’ poi tornato
a parlare delle radici cristiane della Francia: il prenderne atto permetterà ai cittadini
di comprendere sia la loro provenienza che la loro destinazione. La Santa Sede, spiega,
desidera rispettare l’originalità della situazione francese: in questa ottica è importante
trovare una strada nuova per interpretare e vivere i valori sui quali si è costruita
l’identità della Nazione. E’ poi tornato sulla possibilità prospettata dal presidente
francese Sarkozy che nel discorso di benvenuto aveva ripercorso il concetto di laicità
positiva per una sana collaborazione tra Stato e Chiesa: “Les
présupposés sociopolitiques d’une antique méfiance, ou même d’hostilité … I
presupposti socio-politici dell’antica diffidenza o persino ostilità svaniscono poco
a poco. La Chiesa non rivendica per sé il posto dello Stato. Essa non vuole sostituirglisi.
E’ infatti una società basata su convinzioni, che si sente responsabile dell’insieme
e non può limitarsi a se stessa. Essa parla con libertà e dialoga con altrettanta
libertà nel desiderio di giungere alla edificazione della libertà comune". Il
Papa infine ha indicato ai vescovi la necessità di proseguire con la costruzione del
dialogo ecumenico e interreligioso, un impegno che necessita di conoscenza reciproca,
perché “l’ignoranza distrugge più che costruire”. Ma ci vuole discernimento perché
“la buona volontà non basta”. In chiusura il Papa ha lasciato una importante consegna
ai vescovi. In quella Francia dove più di 60 anni fa si celebrò la liberazione dal
nazismo ora è per “una vera liberazione spirituale che conviene lavorare”: “L’homme
a toujours besoin d’être libéré de ses peurs et de ses péchés… L’uomo
ha sempre bisogno di essere liberato dalle sue paure e dai suoi peccati. L’uomo deve
senza sosta imparare o re-imparare che Dio non è suo nemico, ma suo Creatore pieno
di bontà. L’uomo ha bisogno di sapere che la sua vita ha un senso e che egli è atteso,
al termine della sua permanenza sulla terra, a prendere parte senza fine alla gloria
di Cristo nei cieli".