Le sfide dell'editoria per un ritorno alla lettura: intervista con don Giuseppe Costa
direttore della LEV
In un nuovo libro vengono proposti vari articoli sull’editoria che il direttore della
Libreria Editrice Vaticana, don Giuseppe Costa, ha pubblicato nella terza pagina
del quotidiano della Santa Sede, “L’Osservatore Romano”. Si tratta dell’opera “Ritorno
all’editoria”, della Casa editrice Salvatore Sciascia. Dall’insieme di questi saggi,
scritti in circostanze diverse, emerge una definizione dell’editoria fortemente impegnata
e responsabile. Ma in un momento in cui oggi si ricercano scorciatoie per migliorare
il rapporto tra costi e ricavi, la produzione editoriale riesce ancora a promuovere
un risveglio culturale e la crescita dell’uomo? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto
allo stesso don Costa:
R. –
Il ruolo del libro resta integro. Il problema è invece quello di attivare delle iniziative
che recuperino il tempo perduto in questi anni. Con la corsa alle nuove tecnologie
ed ai nuovi linguaggi si è creduto di poter sostituire il libro. Ma, in realtà, c’è
stato un impoverimento della nostra civiltà. Bisogna ora attivare delle iniziative
legate all’educazione alla lettura, alla riaffermazione di alcuni valori culturali
per arrivare ad una ripresa.
D. – Come può, in particolare,
l’editoria religiosa e cattolica essere a servizio della missione della Chiesa?
R.
– Assumendosi la responsabilità sociale ed ecclesiale che deriva dal fare imprenditoria
editoriale. Essere imprenditori editoriali significa affermare il valore della cultura.
Esserlo all’interno della comunità ecclesiale significa poi farsi carico di una missione
che resta prioritaria rispetto al rapporto tra costi e ricavi.
D.
– Nell’era di Internet c’è un futuro roseo per il libro?
R.
– Credo che il libro non abbia mai avuto un futuro roseo e questo perché con le crisi
economiche, solitamente, l’acquisto dei libro viene considerato superfluo. L’eccezione
è quando esiste un'educazione di base, un'educazione culturale. In questo caso, il
libro è come il viatico, è come il pane spirituale. Il problema del successo dell’editoria
è legato anche al tipo di educazione che si riesce ad impartire ai nostri ragazzi.
D.
– A proposito di educazione: un settore fondamentale è quello dell’editoria scolastica.
Come si realizza un buon libro di testo?
R. – Un
buon libro di testo deve considerare l’adeguamento del linguaggio alla cultura dei
ragazzi, ai programmi ministeriali, ai percorsi didattici di ogni scuola.
D.
– Parliamo adesso del suo libro “Ritorno all’editoria”, che propone anche un percorso
autobiografico dal quale emerge il suo costante contatto con il mondo della lettura…
R.
– Io ho voluto raccontare questo per rimarcare l’importanza a tutti i livelli della
lettura. La mia generazione ha avuto questo dono. Ma le generazioni successive non
hanno ricevuto questo dono e dovrebbero, quindi, recuperare questo rapporto con la
lettura.