2008-09-13 14:59:46

Uganda: le vittime delle mine antiuomo lottano per reintegrarsi nella società


Il gruppo dei sopravvissuti alle mine anti-uomo di Gulu-Amuru – due distretti dell’Uganda – conta 876 persone, tutte rimaste gravemente colpite a seguito dell’esplosione di un ordigno. Per loro reinserirsi nel proprio Paese, tornato recentemente alla pace, è particolarmente difficile. Questa la testimonianza di una delle attiviste del Gruppo, Irene Laker Odwar, raccolta dall’agenzia News from Africa e diffusa da Redattore Sociale: “La maggioranza delle vittime è molto giovane. Per noi manca l'assistenza medica ed è impossibile lavorare. Alcuni dei nostri familiari e membri della comunità non ci vogliono: credono che portiamo più seccature che altro”. Ad alcuni di questi problemi, soprattutto sul fronte sanitario e lavorativo, dati i ritardi del governo, fanno fronte associazioni umanitarie, ma la loro azione non è sufficiente. Il Nord Uganda è appena emerso da due decenni di conflitto armato fra l’LRA (sedicente Esercito di Liberazione del Signore) e il governo, un conflitto che ha devastato la regione e ha costretto almeno due milioni di persone a fuggire dalle loro case per vivere negli accampamenti. Secondo la Campagna Internazionale per Bandire le Mine Antiuomo (ICBL) in numerose zone del Paese la minaccia degli ordigni inesplosi è ancora grave e, anche se il numero delle vittime, soprattutto nei villaggi, è ad oggi sconosciuto, si sa che il 30% sono bambini. (S.G.)







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