Stati Uniti: cattolici, ortodossi ed ebrei in difesa del matrimonio
“Creati ad immagine di Dio”: si intitola così la nota pubblicata da cattolici, ebrei
ed ortodossi degli Stati Uniti in difesa del matrimonio, inteso come unione tra un
uomo ed una donna. In un comunicato a firma di mons. Willam Murphy, vescovo di Rockville
Centre, del rabbino Fabian Schonfeld della Sinagoga ‘Giovane Israele’ di New York,
e dei membri della Consulta della Conferenza episcopale statunitense, dell’Unione
ortodossa e del Consiglio dei rabbini d’America, i leader religiosi desiderano affermare
il loro “impegno comune al comandamento di Dio Onnipotente, che ha creato l’uomo e
la donna ad immagine divina, così che potessero partecipare, come maschio e femmina,
come consorti ed uguali, alla procreazione dei figli e alla costruzione della società”.
Quanto alla richiesta che “unioni di persone dello stesso sesso siano classificate
come matrimonio”, continua la nota, “i difensori di questa posizione affermano che
l’agire diversamente sarebbe una discriminazione contro gli omosessuali”. E su questo
punto gli esponenti religiosi precisano: “Noi riconosciamo che tutte le persone condividono
in ugual modo la dignità della natura umana e sono autorizzate ad essere tutelate
su questo aspetto. Ma ciò non giustifica la creazione di una nuova definizione per
un termine come ‘matrimonio’, il cui significato tradizionale è di vitale importanza
per il progresso di un interesse sociale fondamentale”. Infatti, si legge ancora nel
documento, “il disegno di Dio per la continuità della vita umana, sia secondo la legge
naturale, sia secondo la Bibbia, ruota chiaramente attorno all’unione tra maschio
e femmina, prima come marito e moglie e poi come genitori”. Di qui, l’osservazione
che “l’obiettivo primario del matrimonio, quale è la riproduzione e la crescita della
famiglia, è ben lontano dalle unioni tra persone dello stesso sesso, che non possono
partecipare allo stesso modo a questa funzione essenziale”. Certo, affermano i leader
delle tre religioni, “altre persone potrebbero reclamare il diritto di stabilire relazioni
private tra uomini e donne dello stesso sesso, ma la classificazione legale di simili
rapporti come matrimoni sminuisce lo speciale ‘status’ di nozze eterosessuali”. E
“poiché il futuro di ogni società dipende dalla capacità di riprodursi secondo la
legge naturale e di porre le generazioni future in un ambiente stabile – continua
la nota – è compito dello Stato proteggere il matrimonio tradizionale e la famiglia
per il bene della società”. Gli esponenti religiosi, infine, si appellano alle rispettive
comunità di fede affinché considerino attentamente “le tradizioni di lunga data degli
ebrei e dei cristiani che vedono la natura del matrimonio come fondata sull’impegno
di un uomo e di una donna, desiderosi di costruire una famiglia per contribuire al
bene comune dell’umanità”. (I.P.)