2008-09-13 15:00:14

La "reciprocità" al centro del seminario di COMECE e CEC dedicato a islam e cristianesimo


Può essere la reciprocità il principio che regola i rapporti tra Paesi musulmani e Unione Europea? Differenti risposte sono giunte dal IV e ultimo seminario organizzato presso il Parlamento UE dalla COMECE (Commissione degli episcopati della Comunità europea) e dal CEC (Consiglio ecumenico delle Chiese), dedicati a “Islam, Cristianesimo ed Europa”. Circa cento i partecipanti, tra cui anche numerosi funzionari delle istituzioni politiche comunitarie. A porre l’accento sul significato dell’11 settembre e sull’accresciuta importanza da allora del dialogo interculturale e interreligioso, è stato l’intervento di Tuomo Melasuo, dell’Istituto di Ricerca per la Pace di Tampere-Tapri (Finlandia). “La responsabilità internazionale delle comunità religiose – ha sottolineato lo studioso – non dovrebbe essere sottovalutata ed esse dovrebbero piuttosto mostrarsi unite nella promozione del dialogo”. Ha specificato, invece, la differenza tra musulmani e islam, l’imam Abduljalil Sajid, presidente del Consiglio musulmano per l’Armonia razziale e religiosa e a capo del gruppo che promuove l’Anno del Dialogo Interculturale 2008. I musulmani che vivono in Europa, ha infatti spiegato l’imam, hanno il diritto di praticare la loro fede a prescindere dalla mancanza di libertà religiosa nei loro Paesi di origine ed ha ribadito il ruolo centrale della legge e della giustizia internazionale nei rapporti tra Ue e Paesi arabi. Di diversa opinione padre Edouard Divry, domenicano e delegato diocesano per il dialogo interreligioso di Montpellier, che ha sostenuto la necessità di ogni relazione di basarsi, da un punto di vista morale, sulla reciprocità, un principio che, tuttavia, deve distinguersi dai due eccessi della vendetta e della passività, per diventare viceversa una virtù politica internazionalmente riconosciuta. (S.G.)







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