Appello del cardinale Martino all'Europa: più solidarietà con gli immigrati africani
Le comunità cristiane devono continuare ad impegnarsi nel processo di promozione del
dialogo, a partire da quello fondamentale tra le Chiese d’origine e quelle di accoglienza
dei migranti. E’ quanto si legge nel messaggio del Pontificio Consiglio della pastorale
per i migranti e gli itineranti. Il documento, a firma del cardinale Renato Raffaele
Martino e dell'arcivescovo Agostino Marchetto, rispettivamente presidente e segretario
del dicastero, è stato diffuso in occasione dell’incontro annuale, incentrato sul
tema “I migranti africani in Europa e nella Chiesa”, dei direttori nazionali per la
pastorale dei migranti europei che si chiuderà domani a Vienna. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
Nell’aridità
dei numeri e delle cifre sul flusso di immigrati provenienti dall’Africa si concentrano
storie drammatiche di persone che rischiano la vita per arrivare in Europa. Lo scorso
anno sono stati almeno 31 mila, con piccole imbarcazioni, a cercare di raggiungere
le Isole Canarie dalle coste dell’Africa. Più di 6 mila hanno perso la vita nella
traversata. Questo movimento di popoli – si legge nel messaggio del Pontificio Consiglio
– “interpella pure la Chiesa e la sua responsabilità pastorale”. L’adesione al Signore
chiama i credenti ad amare il prossimo, a seguire “ la regola d’oro della carità”
e ad animare “un senso di responsabilità non più limitato ai membri del proprio gruppo
comunitario”. Non si tratta di un richiamo astratto ma di un “ imperativo morale”
a compatire e soccorrere “chiunque si trovi in difficoltà, affine o estraneo, autoctono
o immigrato, concittadino o straniero”. Bisogna evitare che “la ragione diventi sorda
al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana”. Ricordando che non c’è futuro
per un Paese o una cultura chiusa o contraria ad influssi esterni, si deve affermare
“la centralità della persona umana”. Verso questa centralità si orienta il cristianesimo,
che ha dato il suo alto contributo – si conclude nel documento - al “miglioramento
della condizione umana, concorrendo a creare società più libere e prioritarie” e promuovendo
“la dignità umana, la tolleranza e la libertà di coscienza e di culto”.