Il cardinale Martino conclude a Fatima il primo Congresso di pastorale sociale promosso
dai vescovi portoghesi
“Nei casi in cui sono in gioco i principi fondamentali della dignità umana e le verità
morale della fede, le comunità cristiane possono e debbono impegnare se stesse in
un giudizio di condanna, con prudenza nel giudicare cause e situazioni spesso complesse
ed evitando semplicismo e facili schematismi”. Lo ha affermato il presidente del Pontificio
Consiglio della Giustizia e della Pace, cardinale Renato Raffaele Martino, concludendo
nel pomeriggio di ieri, a Fatima, in Portogallo, il primo Congresso di pastorale sociale
promosso dalla relativa Commissione dei vescovi portoghesi, assise giudicata dal porporato
come “forte propensione della Chiesa locale a impegnarsi per un umanesimo integrale
e solidale”. Il servizio di Paolo Scappucci:
Esemplificando
i suddetti casi in cui sono in gioco oggi dignità umana e verità morali fondamentali,
il cardinale Martino ha nominato aborto, eutanasia, violenza specialmente sui bambini,
tortura, sfruttamento spietato dell’uomo sull’uomo o quando viene pregiudicata l’integrità
della famiglia, la libertà religiosa, la libertà di educazione. Dinanzi
al folto uditorio di esperti e personalità impegnate nella pastorale sociale, il presidente
di Giustizia e Pace - a conclusione del Congresso protrattosi per quattro giorni nella
città portoghese - ha segnalato quindi alcuni ambiti prioritari di impegno pastorale
nella società alla luce delle esigenze evangeliche, del recente magistero sociale
e dei principali bisogni dell’umanità oggi. Anzitutto il tema
della vita, la cui difesa e promozione dovrebbero essere all’origine di ogni progetto
sociale ispirato dalla fede cristiana e di ogni intervento della Chiesa nella società.
Poi il diritto alla libertà religiosa, di fondamentale importanza per radicare tutti
gli altri diritti su una base assoluta e trascendente, contro ogni laicismo intransigente
che mira ad impedire la valenza pubblica della religione, come pure contro ogni forma
di fondamentalismo religioso. Pace e diritti umani sono stati
altri due ambiti prioritari della pastorale sociale indicati dal cardinale Martino,
che in proposito ha rilevato la necessità imprescindibile di annunciare il fondamento
trascendente della dignità umana, da cui sgorgano diritti assoluti, non negabili da
alcun consesso umano. Il porporato a Fatima ha infine accennato
a quelli che potrebbero essere in futuro nuovi temi di pastorale sociale: i progressi
e le involuzioni delle democrazie, il potere transnazionale della finanza, le novità
del mondo del lavoro, le nuove forme di ingiustizia e di povertà, i nuovi fondamentalismi,
la tragicità del terrorismo internazionale. Il criterio fondamentale per affrontarli
è stato indicato dal cardinale Martino nel rapporto sempre più stretto tra ecologia
naturale ed ecologia umana, giacché il rispetto di quest’ultima darà anche frutti
di sviluppo materiale e una corretta gestione delle risorse materiali e dell’ambiente
provocherà anche migliori condizioni di vita personale, familiare e sociale.