E' emergenza umanitaria nelle Filippine dopo il passaggio del ciclone Nuri
E’ emergenza umanitaria nel sud delle Filippine, devastato dal passaggio del ciclone
Nuri. 20 persone sono morte e altre 31 sono rimaste ferite nella valle di Compostela,
zone più colpita dalla perturbazione. A Maco, cittadina della valle, quattro scuole
sono state adibite a centri di accoglienza temporanea per gli oltre 1.200 sfollati,
le cui case sono state distrutte dalla furia delle acque e dai successivi smottamenti
del terreno. Al momento, secondo l’agenzia AsiaNews, sono cinque le persone disperse.
L’ente governativo National Disaster Coordinating Council (Ndcc) ha riferito che le
piogge torrenziali hanno causato lo straripamento di diversi fiumi nella regione di
Ilocos e l’abbattimento di decine di alberi, sradicati dal forte vento. Per far fronte
all’emergenza il Dipartimento filippino per lo sviluppo e il welfare (Dswd) ha deciso
di stanziare 79.000 pesos (circa 1.600 dollari Usa), per garantire cibo e acqua potabile
a 600 famiglie di Maco. Mentre ai nuclei familiari che hanno perso un congiunto verranno
devoluti 10mila pesos (circa 210 dollari Usa) a titolo di risarcimento. La Chiesa
filippina denuncia però “ritardi nei soccorsi” e uno “sfruttamento selvaggio delle
risorse minerarie”, che hanno aggravato la portata della tragedia. “Questo disastro
poteva essere evitato – ha spiegato mons. Wilfredo Manlapaz, vescovo di Tagum – se
le autorità fossero intervenute con maggiore prontezza, provvedendo a evacuare per
tempo la zona”. Il card. Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila, punta invece l’indice
contro le numerose cave presenti nel territorio, il cui sottosuolo è ricco di oro
ed è la prima fonte di guadagno per gli abitanti della valle di Compostela. Proprio
l’eccessivo sfruttamento delle risorse minerarie, secondo il card. Rosales, ha causato
un indebolimento del terreno e ha favorito le frane dei giorni scorsi. (D.B.)