Benedetto XVI in Francia come "testimone di un Dio che ama e salva" affronta il tema
della laicità positiva. I giovani, la sua "preoccupazione più grande"
Benedetto XVI ha iniziato oggi il suo viaggio pastorale in Francia in occasione del
150.mo anniversario delle apparizioni di Lourdes. Il Pontefice è arrivato stamani
poco dopo le 11.00 all’aeroporto di Orly accolto con grande cordialità dal presidente
francese Nicolas Sarkozy. Il servizio della nostra inviata Francesca Sabatinelli.
Benedetto XVI
è per la prima volta da Papa, in Francia, Paese “molto spesso" al centro della sua
preghiera. Nel suo saluto pronunciato all’Eliseo davanti al presidente Sarkozy e alle
autorità francesi, il Santo Padre traccia subito il profondo significato del suo viaggio
in una terra della quale non si può dimenticare “tutto ciò che essa ha apportato alla
Chiesa nel corso di venti secoli”. Il 150.mo delle apparizioni a Lourdes è l’asse
portante di questa visita nata per – spiega – unirsi “ai pellegrini del mondo che
in questo anno convergono verso il santuario mariano”. Questo viaggio è l’occasione
per il Papa di rivisitare Parigi, città ben conosciuta dal cardinale Ratzinger, e
di ribadire, ricordando le parole del presidente Sarkozy a Roma nel dicembre scorso,
le profonde radici cristiane dell’Europa e della Francia, Paese che “fin dalle sue
origini ha ricevuto il messaggio del Vangelo” e la cui Chiesa vi ha svolto “un ruolo
civilizzatore”. Ai rapporti tra Chiesa e Stato, al problema delle relazioni tra sfera
politica e sfera religiosa, temi al centro delle riflessioni di molti francesi, la
risposta, spiega il Papa, è stata offerta da Cristo quando disse: “Rendete a Cesare
ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”:
“L’Église en France
jouit actuellement d’un régime de liberté. …“. La Chiesa in Francia
gode attualmente di un regime di libertà. La diffidenza del passato si è trasformata
poco a poco in un dialogo sereno e positivo, che si consolida sempre di più". Benedetto
XVI spiega che la buona volontà è reciproca. Alcuni territori di dialogo sono aperti,
occorre percorrerli, e partendo dall’espressione di “laicità positiva”, usata da Sarkozy,
il Papa è convinto che, “in questo momento storico, in cui le culture si intrecciano
tra loro sempre più, sia necessaria una nuova riflessione sul vero significato e sull’importanza
della laicità”: “Il est en effet fondamental, d’une part, d’insister
sur la distinction entre le politique … E’ fondamentale da una parte,
insistere sulla distinzione tra l’ambito politico e quello religioso al fine di tutelare
sia la libertà religiosa dei cittadini che la responsabilità dello Stato verso di
essi e, dall’altra parte, prendere una più chiara coscienza della funzione insostituibile
della religione per la formazione delle coscienze e del contributo che essa può apportare,
insieme ad altre istanze, alla creazione di un consenso etico di fondo nella società".
Il Papa si sforza di essere seminatore di carità e di speranza, in
una società come quella di oggi che ne ha bisogno perché afflitta da “poche aspirazioni
spirituali e poche certezze materiali”. Benedetto XVI non nasconde le sue preoccupazioni,
la più grande rivolta ai giovani: per loro è sempre più difficile trovare un orientamento,
soffrono di una perdita di riferimenti nella vita familiare, sperimentano i limiti
di un comunitarismo religioso condizionante. Ma l’ansia del Papa si rivolge anche
alla situazione sociale del mondo occidentale, “segnata purtroppo da una tacita progressione
della distanza tra ricchi e poveri”. Le giuste soluzioni però ci sono, il Papa le
indica: l’azione della Chiesa, che “cerca di provvedere alle necessità immediate”,
ma accanto deve esserci lo Stato, istituzione alla quale spetta di “legiferare per
sradicare la ingiustizie”. E’ anche il momento, prosegue, di proteggere e rispettare
il pianeta, di fare “proposte più costruttive per garantire il benessere delle generazioni
future”. Per la Francia, in qualità di presidente di turno dell’Unione Europea, questi
mesi sono l’occasione di testimoniare l’attaccamento ai diritti dell’uomo e alla loro
promozione per il bene dell’individuo e della società: “Lorsque
l'Européen verra et expérimentera personnellement que les droits …”. Quando
il cittadino europeo vedrà e sperimenterà personalmente che i diritti inalienabili
della persona umana, dal concepimento fino alla morte naturale, come anche quelli
relativi all’educazione libera, alla vita familiare, al lavoro,
senza dimenticare naturalmente i diritti religiosi, quando dunque, il cittadino europeo
si renderà conto che questi diritti, che costituiscono un tutto indissociabile, sono
promossi e rispettati, allora comprenderà pienamente la grandezza dell’edificio dell’Unione
e ne diverrà un attivo artefice". In questi tempi
tutto questo non è facile, il momento è incerto, in particolare, di fronte al pericolo
del riemergere di vecchie diffidenze, tensioni e contrapposizioni tra Nazioni: “La
France, historiquement sensible à la réconciliation des peuples … La
Francia, storicamente sensibile alla riconciliazione tra i popoli, è chiamata ad aiutare
l’Europa a costruire la pace dentro i suoi confini e nel mondo intero". E’
dunque importante, conclude il Papa, promuovere un’unità che non può e non vuole divenire
uniformità, ma che è capace di garantire il rispetto delle differenze nazionali e
delle diverse tradizioni culturali, che costituiscono una ricchezza nella sinfonia
europea, nella coscienza che "la stessa identità nazionale non si realizza se non
nell'apertura verso gli altri popoli e attraverso la solidarietà con essi". Nel
suo discorso di benvenuto al Papa, il presidente Sarkozy definisce la sua visita un
evento eccezionale per tutti i cattolici francesi e riprende i concetti espressi a
San Giovanni in Laterano spiegando il perché del suo richiamo ad una laicità positiva.
Dialogare con le religioni è legittimo per la democrazia e rispettoso nei confronti
della laicità. Dalle religioni, e dunque dal cristianesimo, non può non partire una
riflessione non soltanto su Dio, ma anche sull’uomo e dunque sulla società, sulla
natura. Sarebbe una follia, precisa Sarkozy, privarcene e una colpa contro la cultura
e il pensiero. La laicità positiva è la risposta in un momento di ripiegamento su
se stessi, in un’epoca in cui le democrazie si trovano di fronte alla sfida di dover
rispondere ai problemi che si presentano. La laicità positiva, la laicità aperta,
è un invito al dialogo, alla tolleranza e al rispetto, un incoraggiamento per le religioni,
come per tutte le correnti di pensiero. In conclusione, il presidente ribadisce l’importanza
delle religioni per rispondere ai bisogni di speranza degli uomini. La ricerca di
spiritualità non è un pericolo per la democrazia, non è un pericolo per la laicità.