Almeno 14 persone morte in un attacco missilistico in Pakistan
Almeno 14 persone sono morte in un attacco missilistico portato probabilmente da un
"drone" statunitense nel Nord Waziristan, regione del nordovest pachistano al confine
con l'Afghanistan. Le zone tribali del Pakistan nord occidentale a ridosso del confine
con l'Afghanistan sono ritenute da Washington e Kabul roccaforti dei talebani pachistani,
che ospitano e aiutano gli insorti talebani afghani e i combattenti stranieri di Al
Qaida. Negli ultimi giorni la tensione è aumentata tra gli USA e il Pakistan per il
susseguirsi di attacchi aerei contro combattenti islamici nelle regioni tribali pachistane.
La settimana scorsa un attacco di elicotteri americani è stato affiancato da una incursione
di commando in un villaggio pachistano, sollevando dure proteste pachistane. Ieri
Islamabad ha messo in guardia che altre violazioni dell'integrità territoriale e della
sovranità pachistana non saranno più tollerate e saranno respinte, ''costi quel che
costi''. Afghanistan Piu' di dieci insorti talebani uccisi dalle forze
della coalizione a guida USA ("Enduring freedom") in un'operazione ieri nella provincia
di Kapisa, in Afghanistan nord orientale. E in un'altra operazione, che ha preso di
mira il gruppo di un veterano talebano, il comandante Haqqani, nella provincia orientale
di Khost, sono stati arrestati due militanti. Haqqani, storica figura di comandante
militare e vecchio alleato degli USA al tempo della guerra contro l'invasione sovietica
dell'Afghanistan, ora è considerato vicino a Osama bin Laden e uno dei principali
capi militari del Mullah Omar, il capo spirituale dei talebani. Intanto, l'aeroporto
di Herat, in Afganistan occidentale, è stato chiuso in seguito a un attacco con razzi.
E ieri, nel giorno del settimo anniversario degli attentati dell'11 settembre, due
soldati americani sono stati uccisi in due distinti attentati dei ribelli talebani.
Il numero complessivo di soldati americani morti quest'anno in Afghanistan sale dunque
a 113. Il 2008 diventa così l'anno che ha visto più morti tra i soldati USA da quando
è cominciata la guerra, nel 2001.
Medio Oriente Il primo ministro
israeliano Olmert ha detto ieri che rassegnerà immediatamente le dimissioni dopo che
il suo partito "Kadima" avrà scelto un nuovo leader la prossima settimana. Olmert,
implicato in una serie di scandali per corruzione, potrebbe peraltro mantenere provvisoriamente
le sue funzioni di primo ministro per settimane o mesi, anche dopo aver formalmente
rassegnato le dimissioni, fino a che non sarà formato un nuovo governo o verranno
indette elezioni generali.
Georgia Per il presidente russo Medvedev
il mondo non è più lo stesso dopo l'8 agosto, data di inizio del conflitto russo-georgiano.
E' cambiato come dopo l'11 settembre. "Dall'11 settembre il mondo ha tratto molte
lezioni e vorrei che facesse altrettanto dall'8 agosto'', ha dichiarato il leader
del Cremlino a Soci, durante un dibattito sul Caucaso con esperti e politologi internazionali.
Il presidente russo Medvedev ha parlato anche di economia, dicendosi certo che non
ci sarà una nuova ''cortina di ferro'' dopo il conflitto in Georgia e che la Russia
resterà un Paese che attira gli investitori. ''Non vogliamo drammatizzare nulla. La
Russia, grazie alla sua posizione geografica, al suo ruolo nel mercato mondiale del
lavoro, al suo potenziale intellettuale, sarà sempre un Paese che attira gli investimenti'',
ha dichiarato ad un dibattito del "Club di Valdai" che riunisce esperti e politologi
internazionali.
Ucraina Il presidente ucraino Viktor Iushenko ha
annunciato che opporrà il veto a tutte le leggi approvate dalla "Rada", il parlamento
nazionale, dal 2 al 5 settembre. Le leggi, approvate dal blocco del premier Iulia
Timoshenko insieme al partito di opposizione guidato dal filorusso Ianukovic, riducono
i poteri presidenziali a favore di quelli del parlamento e del governo. Un’iniziativa
che aveva già spinto il partito filo presidenziale ''Nostra Ucraina'' ad uscire dalla
maggioranza "arancione" filo occidentale e Iushenko a minacciare nuove elezioni nel
caso non si formi una nuova coalizione. Il capo dello Stato ha assicurato che la crisi
politica in corso sarà risolta esclusivamente con il ricorso ai mezzi democratici.
Turchia Le
forze di sicurezza turche hanno ucciso quattro ribelli appartenenti al Partito dei
Lavoratori del Kurdistan, (PKK, separatista e fuorilegge) in scontri a fuoco nei pressi
della località di Sirnak, nella parte orientale del Paese. Lo ha riferito la Tv privata
NTV. La Turchia, come anche UE e USA, considera il PKK una organizzazione terroristica
e lo accusa di essere responsabile della morte di almeno 40.000 persone - in maggioranza
curdi - dall'inizio nel 1984 della rivolta per la costituzione di uno Stato indipendente
curdo nel Sud-Est della Turchia.
Sudafrica Jacob Zuma, leader dell’African
National Congress (ANC), non sarà processato per le accuse di corruzione, frode e
riciclaggio che pendevano nei suoi confronti per una presunta compravendita di armi
risalente al 1999. La Corte di appello di Pietermaritzburg, capitale giudiziaria del
Sudafrica, ha deciso il non luogo a procedere nei confronti dell’ex vicepresidente.
Il giudice Chris Nicholson ha motivato la sua decisione spiegando che ci sono ragioni
per ritenere le accuse di esclusiva matrice politica. Accolto dunque il ricorso presentato
dalla difesa di Zuma, che chiedeva l’annullamento del procedimento per presunte “irregolarità
procedurali”. Ora il deputato della Repubblica Sudafricana potrà riprendere la corsa
alla presidenza del Paese, che lo vede favorito sull’attuale capo di stato Thabo Mbeki.
Nel 2005, il consigliere finanziario di Zuma è stato condannato a 15 anni di carcere
con l’accusa di aver intascato tangenti dal gruppo francese Thales. Lo scandalo, salito
nuovamente alla ribalta delle cronache lo scorso dicembre, spinse il capo di Stato
Mbeki a destituire l’allora vicepresidente Zuma.
Birmania Mentre
da un lato la leader dell'opposizione in Birmania, Aung San Suu Kyi, agli arresti
domiciliari da 13 anni, ottiene nuove piccole concessioni dai militari al governo,
la stessa giunta arresta una prominente attivista latitante da circa un anno, mentre
a circa 160 km a nord est della capitale due esplosioni uccidono due persone. La premio
Nobel birmana aveva di recente respinto le provviste alimentari giunte nella villa
dove vive ai domiciliari, la cosa aveva fatto pensare ad uno sciopero della fame,
né confermato né smentito da Aung San Suu Kyi. Oggi il suo avvocato Kyi Win ha dichiarato
che le ''autorità hanno acconsentito a farle ricevere lettere dai familiari, leggere
periodici internazionali come Newsweek ed il Times e hanno revocato le restrizioni
sui movimenti della sua domestica'' e che la Suu Kyi ha accettato di farsi visitare
da un medico. Intanto una famosa attivista democratica che circa un anno fa si era
data alla macchia (abbandonando anche sua figlia di quattro mesi), Nilar Thein, è
stata arrestata oggi dalla giunta militare nella periferia nord est di Rangoon mentre
faceva visita alla madre di un altro attivista in carcere. Insieme al marito, Ko Jimmy,
Nilar Thein era una dei membri più importanti del gruppo studentesco conosciuto come
"88 Generation Students" che aveva organizzato una sommossa nazionale nel 1988 finita
nel sangue, con la morte di circa 3.000 persone.
Polonia E' iniziato
a Varsavia il processo all'ex leader comunista polacco, generale Wojciech Jaruzelski,
e agli altri responsabili dell'imposizione della legge marziale del 13 dicembre 1981,
accusati di crimini comunisti. Nell'atto di accusa presentato dal procuratore Piatek
dell'Istituto della memoria nazionale (IPN) gli imputati vengono accusati di ''complotto''
per avere sfruttato le strutture dello Stato per introdurre la legge marziale al fine
di sciogliere il sindacato libero di "Solidarnosc" fondato nell'agosto 1980 sotto
la guida Lech Walesa, futuro presidente polacco e Premio Nobel per la pace. Oltre
a Jaruzelski, 84 anni, che nel 1981 era segretario del partito comunista polacco (POUP),
capo del governo, ministro della difesa, e capo dell'ex Consiglio militare della salvezza
nazionale (WRON), fra gli imputati figurano anche Stanislaw Kania, 81 anni, predecessore
di Jaruzelski alla guida del partito, e Czeslaw Kiszczak, 82 anni, ex ministro degli
Interni, oggi assente in aula per motivi della salute.
Alla guida dell'Eurogruppo
riconfermato il premier lussemburghese Juncker Il premier e ministro delle
Finanze lussemburghese, Jean Claude Juncker, - secondo quanto si apprende - sarebbe
stato riconfermato alla guida dell'Eurogruppo per altri due anni. Per Juncker si tratterebbe
del terzo mandato consecutivo come presidente dei ministri economici e finanziari
di Eurolandia.
Uragani In Texas è stata ordinata l'evacuazione di
circa un milione di persone a causa dell'arrivo dell'uragano "Ike", atteso sulle coste
texane per la tarda serata di domani. Lo ha detto il governatore dello Stato, Rick
Perry, precisando che sul Texas ''sta per arrivare un urto capace di danni sostanziali''.
''Ci aspettiamo il crollo della fornitura di energia elettrica e alluvioni significative'',
ha detto Perry. Al momento "Ike" è ancora classificato di categoria 2, ma mano a mano
che entra dentro al Golfo del Messico l'uragano acquista forza. Il "National Hurricane
Center" di Miami prevede che cresca fino a categoria 3, se non addirittura categoria
4. I quattro uragani che si sono abbattuti nelle ultime settimane su Haiti hanno provocato
almeno 326 morti e 50 dispersi in tutto il Paese, secondo un bilancio ufficiale, seppur
ancora provvisorio, diffuso oggi dal governo haitiano. Il passaggio in breve successione
nel giro di un mese degli uragani "Fay", "Gustav", "Hanna" e "Ike" ''é la piu' grande
catastrofe che ha colpito il paese negli ultimi anni'', ha detto il ministro dell'Interno
Paul-Antoine Bien-Aimé in una conferenza stampa insieme al primo ministro, signora
Michele Pierre-Louis. Il bilancio dei quattro uragani - oltre ai 326 morti e 50 dispersi
- comprende anche 190 feriti, 170 mila famiglie sinistrate, 151 mila sfollati, sempre
secondo quanto riferito dalle autorità. Sono stati distrutti ponti, strade e 10.800
case.
Nuova Zelanda: premier laburista convoca le elezioni per il prossimo
8 novembre Le elezioni generali in Nuova Zelanda si terranno il prossimo 8
novembre. Lo ha annunciato la premier Helen Clark, alla guida del governo da nove
anni. L’esponente laburista spera di ottenere il quarto mandato consecutivo e di essere
confermata alla guida del Paese, nonostante i sondaggi la diano per sfavorita a causa
della recessione economica e dei recenti scandali politici. (Panoramica internazionale
a cura di Fausta Speranza) Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LII no. 256 E' possibile ricevere
gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale.
La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.