2008-09-11 14:31:49

Gli Stati Uniti ricordano l'11 settembre


Gli Stati Uniti ricordano oggi gli attentati dell'11 settembre 2001: 7 anni fa, gli attacchi alle Torri Gemelle di New York, al Pentagono a Washington e all'aereo precipitato in Pennsylvania provocarono quasi 3 mila morti. Particolare attenzione viene dedicata, quest'anno, a come istruire le nuove generazioni sulla minaccia terroristica. Numerose le iniziative nelle scuole. La cerimonia centrale si terrà, come sempre, a Ground Zero. Da New York il servizio di Elena Molinari:RealAudioMP3

Con rituali consolidati, un nuovo monumento e un’insolita tregua fra i candidati alla Casa Bianca, l’America ricorda oggi il settimo anniversario dell’attacco dell’11 settembre 2001, l’ultimo dell’era Bush. La prima cerimonia si è già svolta a Washington, dove migliaia di sopravvissuti alla strage hanno camminato in silenzio dal cimitero di Arlington al Pentagono; oggi invece, nella capitale americana, si svolgeranno commemorazioni attorno al nuovo Memorial per le vittime, che verrà inaugurato in mattinata; il monumento è composto da 184 sedili, recanti ognuno il nome di una delle persone da ricordare. In California invece, a Santa Monica, sono 3000 le bandierine piantate nella sabbia, una per ognuna delle vittime di Washington e di New York. E a New York sono state portate, quest’anno, dalla Chiesa di San Martino a Burano (Venezia), le reliquie di Santa Barbara, per una cerimonia religiosa in ricordo dei vigili del fuoco morti al World Trade Center. In occasione dell’anniversario, i due contendenti alla presidenza, Obama e McCain, hanno concordato una giornata senza comizi; entrambi parteciperanno alla cerimonia di Ground Zero di stamattina, che prevede la consueta lettura dei nomi delle vittime.

 
Dopo sette anni resta ancora molto forte negli americani il dolore per i sanguinosi attacchi subìti. Ma quanto è cambiata la società statunitense in seguito a quei drammatici avvenimenti? Stefano Leszczynski lo ha chiesto alla giornalista americana Mary Shovlain: RealAudioMP3

R. – Dopo gli attacchi dell’11 settembre, l’America è rimasta molto ferita, e si è svegliata, per così dire, perché non sapeva di essere così odiata in altre parti del mondo. Questo ha colpito profondamente la coscienza degli americani come Nazione. E rimane tuttora, sette anni dopo gli attacchi, la paura che possa succedere di nuovo.

 
D. – Come è cambiato il modo di vivere, anche di pensare, di programmare il futuro?

 
R. – Questa paura del terrorismo influisce sulla vita di ogni americano ogni giorno, su come si deve vivere giorno per giorno. Quando si prende un aereo, ci sono mille controlli e i genitori hanno più paura per i figli quando prendono un aereo per andare all’estero o quando studiano all’Università … E’ una cosa che pesa sulle menti degli americani, sui loro pensieri, sul loro modo di vivere, con un po’ di frustrazione, devo dire. Tante cose sono cambiate: non siamo più spensierati, liberi di muoverci; si deve stare molto più attenti, e sempre.

 
D. – Cosa pensano, ad esempio, gli americani del fatto che forse nel resto dell’Occidente il ricordo dell’11 settembre non è più così forte, così drammatico: insomma, c’è la sensazione che si voglia cambiare pagina in fretta …

 
R. – No: anche in America attualmente è in corso un dibattito su quanto dobbiamo ricordare ancora questa data. Per esempio, oggi ci sono tante cerimonie in tutti i siti coinvolti negli attacchi, però ogni anno diminuisce sempre più la gente che viene a ricordare l’11 settembre. Ecco: anche in America adesso ci si chiede: quando dobbiamo voltare pagina? Non si vuole dimenticare quello che è accaduto ma non sanno come portarlo avanti nel futuro. Quindi, il resto del mondo magari ha già voltato pagina: è normale! E’ successo a noi, non è successo in Gran Bretagna e quindi è normale che tutto il mondo cambi pagina.







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