Mons. Migliore: sostenere le vittime del terrorismo, una priorità per la Santa Sede
Alla vigilia del settimo anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001, l'arcivescovo
Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite,
è intervenuto ieri al Palazzo di Vetro di New York al Simposio del segretario generale
sul tema del sostegno alle vittime del terrorismo. Il presule ha ricordato che la
Santa Sede “continua a ritenere le esigenze delle vittime del terrorismo una priorità”.
“Gli atti terroristici – ha affermato - negano alle persone non solo i loro diritti
umani fondamentali, ma colpiscono anche il cuore stesso di ciò che abbiamo di più
intimo: le nostre famiglie, le nostre case e la nostra fiducia nell’umanità”. Occorre
dunque impegnarsi per “ricostruire le vite, alleviare la sofferenza e porre fine all’insensato
vortice di violenza e di odio”. Mons. Migliore ha ammonito che “c’è bisogno di maggiori
sforzi per affrontare le conseguenze spirituali e psicologiche di lungo termine provocate
dal terrorismo”. Ha quindi ricordato che “poco dopo i devastanti attentati dell'11
settembre 2001, Giovanni Paolo II chiese un giorno di digiuno e di solidarietà al
fine di sostenere le persone colpite dalle conseguenze del terrorismo e della guerra
e per incoraggiare la riconciliazione tra le varie fedi e culture. Questo evento,
che coincise con l'ultimo giorno di Ramadan – ha sottolineato - ha fornito l'occasione
per una condanna interculturale e interreligiosa del terrorismo”. “I fondi raccolti
in tutto il mondo nel corso di quell'evento furono utilizzati per assistere le vittime
dell’11 settembre e di altri attentati terroristici”. L’osservatore permanente ha
anche elogiato le tante organizzazioni della società civile impegnate in questo campo
fornendo assistenza giuridica, sociale e materiale. Mons. Migliore ha concluso il
suo discorso con una nuova assoluta condanna del terrorismo: “non fa nulla per promuovere
autentici scopi sociali o politici, ma solo per garantire un maggior numero di vittime”
generando solo sofferenza, paura e odio.