2008-09-10 14:58:34

Mons. Migliore: sostenere le vittime del terrorismo, una priorità per la Santa Sede


Alla vigilia del settimo anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001, l'arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, è intervenuto ieri al Palazzo di Vetro di New York al Simposio del segretario generale sul tema del sostegno alle vittime del terrorismo. Il presule ha ricordato che la Santa Sede “continua a ritenere le esigenze delle vittime del terrorismo una priorità”. “Gli atti terroristici – ha affermato - negano alle persone non solo i loro diritti umani fondamentali, ma colpiscono anche il cuore stesso di ciò che abbiamo di più intimo: le nostre famiglie, le nostre case e la nostra fiducia nell’umanità”. Occorre dunque impegnarsi per “ricostruire le vite, alleviare la sofferenza e porre fine all’insensato vortice di violenza e di odio”. Mons. Migliore ha ammonito che “c’è bisogno di maggiori sforzi per affrontare le conseguenze spirituali e psicologiche di lungo termine provocate dal terrorismo”. Ha quindi ricordato che “poco dopo i devastanti attentati dell'11 settembre 2001, Giovanni Paolo II chiese un giorno di digiuno e di solidarietà al fine di sostenere le persone colpite dalle conseguenze del terrorismo e della guerra e per incoraggiare la riconciliazione tra le varie fedi e culture. Questo evento, che coincise con l'ultimo giorno di Ramadan – ha sottolineato - ha fornito l'occasione per una condanna interculturale e interreligiosa del terrorismo”. “I fondi raccolti in tutto il mondo nel corso di quell'evento furono utilizzati per assistere le vittime dell’11 settembre e di altri attentati terroristici”. L’osservatore permanente ha anche elogiato le tante organizzazioni della società civile impegnate in questo campo fornendo assistenza giuridica, sociale e materiale. Mons. Migliore ha concluso il suo discorso con una nuova assoluta condanna del terrorismo: “non fa nulla per promuovere autentici scopi sociali o politici, ma solo per garantire un maggior numero di vittime” generando solo sofferenza, paura e odio.







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