2008-09-10 14:20:38

Mons. Marchetto: i santuari mariani luoghi privilegiati di incontro interreligioso


Luoghi che custodiscono memorie di eventi religiosi straordinari, mete di pellegrinaggi dove si incontrano cristiani, ebrei e musulmani, spazi privilegiati di preghiera: questo sono i santuari mariani che ogni giorno accolgono milioni di pellegrini in tutto il mondo. Lo ha sottolineato il segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, l’arcivescovo Agostino Marchetto, che stamani, a Saragozza, in Spagna, è intervenuto al convegno della Rete europea dei santuari mariani. Nella sua relazione, il presule ha anche parlato del legame che esiste fra i santuari mariani e i pontefici, ricordando gli ultimi viaggi di Benedetto XVI. Ce ne parla in questo servizio Tiziana Campisi:RealAudioMP3

In Germania sono circa 680, in Italia e in Spagna più di 2 mila, quelli di Nostra Signora di Guadalupe in Messico, di Vailankanni in India, di Lourdes, Fatima, Loreto e Pompei in Europa registrano cifre sempre più alte di pellegrini. E sono luoghi la cui missione è quella di “proporre Maria come modello da seguire” i santuari dedicati alla Vergine, ha spiegato l’arcivescovo Agostino Marchetto. Maria, insomma, ha aggiunto il presule, è “cammino per arrivare a Cristo”, “Signore e fonte della salvezza”. Mete di pellegrinaggi sin dai primi secoli del cristianesimo, i santuari mariani, ha detto ancora mons. Marchetto, sono luoghi particolarmente significativi per la fede del credente che vuole “conoscere e ritrovare le sue radici e seguire anche le orme degli apostoli”. E possono “favorire la pacifica convivenza fra gli uomini” e le diverse confessioni religiose. Come in alcune nazioni, dove “i pellegrinaggi hanno svolto un ruolo chiave di unione tra i fedeli cristiani, della Chiesa cattolica e … di rito orientale, ma anche fra i componenti delle comunità ebraiche e musulmane”. E’ così che i santuari mariani, ha sottolineato l’arcivescovo Marchetto, “offrono occasioni di dialogo e di sereno confronto”, “di incontro tra fedeli riconciliati nella pace”. Compito del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ha proseguito il presule, è dunque quello di promuovere l’assistenza ai pellegrini, “monitorando le diverse tradizioni” e “vagliando le nuove iniziative”, perché il viaggio spirituale è un’esperienza che “deve contribuire alla … formazione morale e religiosa”. Per questo sono necessari incontri fra i rettori dei santuari e i direttori dei pellegrinaggi. “I santuari mariani sono altresì luoghi in cui un’adeguata catechesi può tradursi in vera e propria evangelizzazione, con purificazione anche della pietà popolare e della spontaneità – ha concluso mons. Marchetto – luoghi di auto-purificazione e trasformazione, non centri di ‘commercializzazione spirituale’”. Perché “si compie un pellegrinaggio per convertirci di cuore, per chiedere perdono e liberarsi dalla colpa”, per avere grazie, “per esternare riconoscenza”. Importante è dunque aver cura della pastorale dell’accoglienza e delle celebrazioni delle liturgie, per consentire una partecipazione attiva del pellegrino e “un coinvolgimento profondo e spirituale” per potere “entrare nell’azione di Cristo e della Chiesa e averne una crescita in santità, una trasformazione della vita”.







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