Mons. Marchetto: i santuari mariani luoghi privilegiati di incontro interreligioso
Luoghi che custodiscono memorie di eventi religiosi straordinari, mete di pellegrinaggi
dove si incontrano cristiani, ebrei e musulmani, spazi privilegiati di preghiera:
questo sono i santuari mariani che ogni giorno accolgono milioni di pellegrini in
tutto il mondo. Lo ha sottolineato il segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale
per i Migranti e gli Itineranti, l’arcivescovo Agostino Marchetto, che stamani, a
Saragozza, in Spagna, è intervenuto al convegno della Rete europea dei santuari mariani.
Nella sua relazione, il presule ha anche parlato del legame che esiste fra i santuari
mariani e i pontefici, ricordando gli ultimi viaggi di Benedetto XVI. Ce ne parla
in questo servizio Tiziana Campisi:
In Germania
sono circa 680, in Italia e in Spagna più di 2 mila, quelli di Nostra Signora di Guadalupe
in Messico, di Vailankanni in India, di Lourdes, Fatima, Loreto e Pompei in Europa
registrano cifre sempre più alte di pellegrini. E sono luoghi la cui missione è quella
di “proporre Maria come modello da seguire” i santuari dedicati alla Vergine, ha spiegato
l’arcivescovo Agostino Marchetto. Maria, insomma, ha aggiunto il presule, è “cammino
per arrivare a Cristo”, “Signore e fonte della salvezza”. Mete di pellegrinaggi sin
dai primi secoli del cristianesimo, i santuari mariani, ha detto ancora mons. Marchetto,
sono luoghi particolarmente significativi per la fede del credente che vuole “conoscere
e ritrovare le sue radici e seguire anche le orme degli apostoli”. E possono “favorire
la pacifica convivenza fra gli uomini” e le diverse confessioni religiose. Come in
alcune nazioni, dove “i pellegrinaggi hanno svolto un ruolo chiave di unione tra i
fedeli cristiani, della Chiesa cattolica e … di rito orientale, ma anche fra i componenti
delle comunità ebraiche e musulmane”. E’ così che i santuari mariani, ha sottolineato
l’arcivescovo Marchetto, “offrono occasioni di dialogo e di sereno confronto”, “di
incontro tra fedeli riconciliati nella pace”. Compito del Pontificio Consiglio della
Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ha proseguito il presule, è dunque quello
di promuovere l’assistenza ai pellegrini, “monitorando le diverse tradizioni” e “vagliando
le nuove iniziative”, perché il viaggio spirituale è un’esperienza che “deve contribuire
alla … formazione morale e religiosa”. Per questo sono necessari incontri fra i rettori
dei santuari e i direttori dei pellegrinaggi. “I santuari mariani sono altresì luoghi
in cui un’adeguata catechesi può tradursi in vera e propria evangelizzazione, con
purificazione anche della pietà popolare e della spontaneità – ha concluso mons. Marchetto
– luoghi di auto-purificazione e trasformazione, non centri di ‘commercializzazione
spirituale’”. Perché “si compie un pellegrinaggio per convertirci di cuore, per chiedere
perdono e liberarsi dalla colpa”, per avere grazie, “per esternare riconoscenza”.
Importante è dunque aver cura della pastorale dell’accoglienza e delle celebrazioni
delle liturgie, per consentire una partecipazione attiva del pellegrino e “un
coinvolgimento profondo e spirituale” per potere “entrare nell’azione di Cristo e
della Chiesa e averne una crescita in santità, una trasformazione della vita”.