2008-09-10 15:24:51

Ecuador: iniziative religiose e pastorali in vista del referendum sulla nuova Carta Costituzionale


Per il fine settimana, i vescovi ecuadoriani hanno indetto iniziative religiose e pastorali per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica, delle autorità politiche e dei legislatori sul contenuto di alcuni articoli riguardanti la vita, la famiglia e il matrimonio, che saranno sottoposti il 28 settembre a referendum popolare. In concreto, gli ecuadoriani dovranno approvare o rifiutare in blocco la nuova carta Costituzionale elaborata dall'Assemblea costituente e voluta dal presidente Rafael Correa. Le iniziative variano da diocesi a diocesi, si tratta di modalità operative differenti che rispettano le caratteristiche delle singole comunità ecclesiali. Dunque, il fatto che a Quito ci saranno solo veglie di preghiere e non messe all'aperto come accadrà a Guayaquil, non è - come scrive una parte della stampa dell'Ecuador - il riflesso di una "divisione all'interno della Chiesa tra gli arcivescovi di queste due città". In queste ore tutti i vescovi continuano a ricordare il documento principale con cui, lo scorso 28 luglio, l'episcopato fissò con chiarezza la posizione della Chiesa cattolica, ribadita poi nella cornice del terzo Congresso americano missionario (Cam3) che si è svolto proprio nella capitale ecuadoriana. Si indicano non solo gli aspetti positivi del testo costituzionale, ma anche gli articoli che non possono essere accettati da parte di un cattolico. Tra questi l’articolo 15-(I) che parla del “diritto alla vita e l’integrità fisica, psicologica e sessuale” di ogni persona ma senza specificare che la vita è la prima integrità da difendere poiché ha un suo inizio nel concepimento e una sua fine naturale nella morte non provocata. L’altro articolo è il numero 66 che “garantisce ad ogni uomo ed ogni donna l’esercizio dei suoi diritti sessuali e dei suoi diritti riproduttivi”, ma che secondo la Chiesa è vago e generico poiché in nome di questi “diritti” non meglio precisati, potrebbe poi essere introdotto l’aborto e il matrimonio omosessuale. Mons. Raúl Vera Chiriboga, arcivescovo di Quito, ha inviato una lettera a tutti i sacerdoti della diocesi chiedendo preghiere in vista delle decisioni che ciascun cittadino deve prendere in coscienza, “illuminato dalla Parola di Dio e dalla Dottrina Sociale della Chiesa”. “Una decisione che richiede prima la riflessione e poi il confronto”, spiega l’arcivescovo che rivolge anche un appello ai sacerdoti affinché invitino tutta la comunità cattolica “ad intensificare in questi giorni la preghiera a Gesù, Principe della Pace; per il rispetto della vita, dono di Dio e primo diritto; per la famiglia, Chiesa domestica e fondamento della società; per il rispetto di ogni persona”. Mons. Vera Chiriboga chiede inoltre che domenica prossima, Solennità dell’Esaltazione della Santa Croce, il Sacrificio della Messa celebrato in tutte le chiese parrocchiali e nelle comunità religiose, venga offerto per queste intenzioni. Nel giorno della vigilia, commemorando la Vergine Addolorata, il presule chiede ancora che vengano realizzate veglie di preghiera. “Contiamo sulla partecipazione attiva, entusiasta e apostolica del consiglio arcidiocesano dei laici e dei diversi Movimenti laicali, che hanno tra l’altro suggerito iniziative che accogliamo con gioia: visita giornaliera al Santissimo Sacramento, preghiera del Santo Rosario, preghiera dell’Angelus e digiuno i venerdì di questo mese, per rendere più forte la nostra comunione fraterna”, afferma l’arcivescovo di Quito. In altre diocesi, come a Guayaquil per esempio, l’arcivescovo mons. Antonio Arregui concelebrerà una messa all’aperto e si aspetta una grande partecipazione di fedeli. (L.B.)







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