2008-09-10 15:15:19

Dopo la decisione dell’OPEC di ridurre la produzione di greggio, risale il prezzo del petrolio


Sono in rialzo le quotazioni del petrolio, dopo la decisione dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) di tagliare la produzione di greggio di oltre 500 mila barili al giorno. A Londra il Brent è risalito a 101,17 dollari al barile, dopo aver toccato i 98,89 dollari sui mercati asiatici. A New York la quotazione è di 104,13 dollari sul circuito elettronico. Sul significato della decisione dell’OPEC, Stefano Leszczynski ha intervistato Mario Deaglio, docente di Economia internazionale all’Università di Torino:RealAudioMP3


R. - Significa che c’è stato un chiaro ‘altolà’ al mercato per non far scendere troppo questa quotazione che ha ormai raggiunto il livello simbolico di 100 dollari al barile. Quotazione che stava calando ulteriormente.

 
D. – Aveva lasciato tutti un po’ a bocca aperta il fatto che, questa notte, il prezzo del petrolio fosse sceso sotto i 100 dollari al barile...

 
R. – Direi che questo è, per ora, la fine di una lunga storia di discesa, almeno per il momento. Noi sappiamo che ha fatto abbassare, in circa 2 mesi e mezzo, dalle altezze vertiginose di 150 dollari al barile, al livello di 100 dolalri; e questo è dovuto, probabilmente, al diverso apprezzamento dei rischi geo-politici relativi al petrolio.

 
D. – Si può quindi immaginare che l’andamento di questo mercato sarà sempre piuttosto movimentato?

 
R. – Direi proprio di si, in quanto la grande salita dei prezzi, dal livello 90 che era in primavera, fino ad arrivare a quota 150, è da attribuirsi esclusivamente a quella che i non tecnici chiamano semplicemente speculazione. Questo vuol dire che il mercato ha percepito il rischio molto forte di un attacco americano all’Iran. Attacco che avrebbe avuto come conseguenza l’impossibilità di far uscire il petrolio dal Golfo Persico. Quando si è visto, però, che l’attacco non ci sarebbe stato, i mercati hanno percepito che il rischio era passato; ci si trovava inoltre in una condizione di consumi molto deboli. Quindi, in questa situazione, il prezzo è cominciato a scendere.

In Georgia, militari russi uccidono un agente
Soldati russi hanno sparato contro un posto di polizia georgiano provocando la morte di un agente. Lo ha annunciato il ministero degli Interni di Tbilisi, precisando che la sparatoria ha avuto luogo in territorio georgiano, nelle vicinanze della Repubblica separatista dell’Ossezia del Sud. Questo episodio arriva in un momento particolarmente delicato nel processo di pacificazione tra Mosca e Tbilisi: ieri è stato annunciato l’avvio dei rapporti diplomatici tra Russia e Ossezia del Sud e Abkhazia. Il governo di Mosca ha anche reso noto che nelle due regioni separatiste saranno dispiegati almeno 7600 soldati russi. Da segnalare, poi un motivo di frizione tra Russia ed Unione Europea. Ad essere al centro della controversia è la possibilità che gli osservatori europei possano entrare nelle due Repubbliche separatiste dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia. Paesi che Bruxelles non riconosce come indipendenti dalla Georgia.

Replica russa allo scudo antimissile statunitense nell’Est Europa
Missili russi saranno puntati contro le basi in Polonia e Repubblica Ceca se sarà installato lo scudo antimissile statunitense nell’Europa dell’Est. La Russia - ha sottolineato Nikolai Solovtsov, comandante delle Forze missilistiche strategiche russe - “è obbligata ad adottare misure corrispondenti in grado di impedire, in qualsiasi circostanza, che il nostro deterrente nucleare risulti sminuito”. Il sistema antimissilistico americano prevede varie misure difensive. In Polonia, in particolare, dovrebbero essere installate batterie di missili intercettori. Nella Repubblica Ceca verrà predisposta una postazione radar.

USA: parziale ritiro in Iraq, nuove truppe in Afghanistan
Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha annunciato che il contingente americano dispiegato in Iraq diminuirà di 8.000 soldati entro febbraio. Le forze irachene - ha spiegato Bush intervenendo ieri alla ‘National Defense University’ di Washington - sono sempre più in grado di condurre e vincere la battaglia. La riduzione delle forze in Iraq consentirà anche l’invio di 4.500 militari in Afghanistan per rispondere ai sempre più intensi attacchi compiuti da talebani e guerriglieri di Al Qaeda.

Controversia tra Iran ed Emirati Arabi sulla sovranità di tre isole
La Lega araba condanna l’occupazione dell’Iran di tre isole degli Emirati Arabi e promette appoggio a “qualsiasi iniziativa pacifica” per il loro recupero. Le tre isole, Abu Mousa, Grande e Piccola Tunb, da sempre contese da Iran ed Emirati, non hanno un’importanza economica. Ma sono in una posizione strategica, di fronte allo Stretto di Hormuz, definita “la porta del petrolio”. Teheran, che le controlla da tempo, vi ha collocato alcuni uffici marittimi e di guardia costiera. Secondo il Consiglio dei 21 ministri degli Esteri della Lega Araba, gli Emirati Arabi hanno “un incondizionato diritto” sulle tre isole e l’Iran deve rimuovere le strutture ad Abou Nousa in violazione della sovranità degli Emirati.

L’uragano Ike si dirige verso il Texas
Strade deserte e massima allerta nel timore di inondazioni. Così l’Avana ha vissuto il passaggio dell’uragano Ike che a Cuba ha provocato la morte di almeno 4 persone. Molto più pesante il passaggio ad Haiti dove le vittime sono 66. In base a previsioni del Centro Uragani di Miami, Ike dovrebbe arrivare sulle coste americane sabato prossimo, e colpire il Texas.

Primo passo dell’Ucraina verso l’UE
I negoziati tra Unione Europea e Ucraina sul nuovo accordo di associazione si concluderanno (ASA) nel 2009. E’ quanto si legge in una nota rilasciata al termine del vertice UE-Ucraina che ha avuto luogo ieri a Parigi alla presenza del presidente francese, Nicolas Sarkozy, e del capo di Stato ucraino, Viktor Yushchenko. Il trattato ASA è il primo gradino nella strada verso la piena adesione. Dopo la firma, deve essere ratificato sia dal Paese richiedente sia dai 27 Stati membri. Gli ultimi Paesi a firmare l’Accordo sono stati Bosnia, Serbia e Montenegro. Quest'ultimo lo ha già ratificato.

Economie europee a rilento
Segnali di recessione in Germania, Spagna e Gran Bretagna, in base all’andamento del Prodotto interno lordo di ciascun Paese. A rivelarlo è la Commissione europea. Anche per l’Italia frena la crescita del PIL - secondo Eurostat - con un incremento che non dovrebbe superare lo 0,1% annuo. Il dato italiano è tuttavia il più basso tra quelli dei sette Stati pubblicati oggi da Eurostat. Intanto, intervenendo al Parlamento europeo, il presidente della Banca Centrale Europea, Trichet, ha detto che l'incertezza sulle prospettive di crescita dell'Eurozona resta “particolarmente alta, con rischi legati all'impatto negativo della crisi dei mercati finanziari”.

Corea del Nord: Kim Jong-il non è malato
Il governo della Corea del Nord ha reso noto che il leader Kim Jong-il non è stato colpito da alcuna malattia smentendo quanto riferito da fonti dell’intelligence americana. Tali fonti avevano infatti attribuito ad un probabile malore l’assenza ieri di Kim Jong-il alla parata per il 60.mo anniversario della fondazione della Corea del Nord. L’ipotesi di un problema di salute è stata ventilata anche dalla Corea del Sud: il ministro per l’'Unificazione sudcoreano, Kim Ha-joong, ha aggiunto che per il momento a Pyongyang “non sono comunque stati notati segnali di anormalità”.

Srebrnica: respinta la richiesta su responsabilità dei Paesi Bassi
Il Tribunale dell'Aja ha respinto la richiesta dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime del massacro di Srebrenica del 1995 per il riconoscimento delle responsabilità dei Paesi Bassi. “Lo Stato olandese - ha dichiarato il giudice Hans Hofhuis - non può essere ritenuto responsabile delle azioni del Dutchbat”, i Caschi blu olandesi. All’udienza del 16 giugno, i querelanti avevano accusato i soldati, che erano incaricati di proteggere l'enclave di Srebrenica, di aver consegnato dei rifugiati musulmani alle Forze serbe di Bosnia, violando diverse Leggi nazionali e Trattati internazionali.

Risultati delle elezioni in Angola
Il Movimento popolare per la liberazione dell’Angola (MPLA), al potere nel Paese africano, ha vinto largamente le Elezioni legislative svoltesi nei giorni scorsi, le prime dalla fine della guerra civile nel 2002. In base a risultati non ancora definitivi resi noti dopo il completamento dello scrutinio, la formazione MPLA ha ricevuto oltre l’80% dei voti. Non sono mancate tuttavia le polemiche sulla regolarità del voto. Secondo un osservatore del Parlamento europeo, Richard Howitt, il governo avrebbe messo in atto sistemi di pressione sui votanti schierando i militari intorno ai seggi. Secondo il team di osservatori dell’Unione Africana, invece, le Elezioni sono state “libere, democratiche e trasparenti”.

Zimbabwe: si cerca un’intesa per un governo unitario
Possibilità di un’intesa per il governo dello Zimbabwe: i colloqui tra il presidente Robert Mugabe e il leader dell’opposizione Morgan Tsvangirai, mediati dal presidente sudafricano Thabo Mbeki, continuano oggi ad Harare per il terzo giorno consecutivo. L’ipotesi su cui si sta lavorando prevede Tsvangirai come premier unico con ampi poteri. A Mugabe resterebbe il controllo dei servizi di intelligence, il diritto di nomina e la possibilità di revoca dei ministri.

In Nigeria ancora un sequestro legato al settore petrolifero
Otto lavoratori nigeriani e cinque dipendenti stranieri sono stati sequestrati da un commando di uomini armati a bordo di una nave impegnata nel rifornimento per l’industria petrolifera. Nell’area teatro del sequestro sono attivi numerosi gruppi di ribelli che chiedono una più equa distribuzione delle risorse derivanti da attività petrolifere. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 254

 
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