Al CERN di Ginevra l'esperimento sul Big Bang: intervista col prof. Zichichi
Il più ambizioso progetto della fisica moderna. Così viene definito l’esperimento
che si sta effettuando oggi al CERN di Ginevra, in Svizzera. L’obiettivo è quello
di cercare di ricreare e capire quello che è successo pochi istanti dopo il Big Bang,
la teoria oggi predominante sugli inizi dell’Universo. Tramite il più grande acceleratore
del mondo, il Large Hidron Collider, LHC, vengono lanciati fasci di protoni in un
tunnel lungo 27 chilometri per creare appunto delle microcollisioni. Tra i punti che
si vogliono verificare c’è quello della possibilità che compaia il bosone di Higgs,
detto la "particella di Dio", che potrebbe spiegare perché la materia ha massa. Gli
scienziati hanno già brindato al primo giro di fascio di protoni completato con successo:
è stato osservato il primo lampo al 90 per cento causato da un’interazione protone-protone.
E un secondo fascio di protoni che viaggia in senso antiorario è stato iniettato nell’acceleratore.
Sul significato di questo esperimento Debora Donnini ha intervistato Antonino
Zichichi, membro della Pontifica Accademia delle Scienze e presidente della Federazione
mondiale degli scienziati:
R. – Noi
produciamo le condizioni in cui era l’universo pochi istanti dopo il Big Bang. Pochi
istanti vuol dire centesimi di miliardesimi di secondo; il Big Bang è l’istante in
cui dal vuoto, dal nulla, viene prodotta un’enorme quantità di energia e un’enorme
quantità di particelle che noi non conosciamo. Come tempi corretti, misurati con l’orologio
del Big Bang, siamo lontanissimi. La temperatura che noi faremo al CERN è un milione
di miliardi di volte più bassa di quella del Big Bang, ecco perché io ho detto niente
allarmi, state tranquilli tutti, noi al CERN produrremo ghiaccioli di Big Bang. Pur
tuttavia, con questa temperatura, misurata col termometro del Big Bang, bassissima
- ma altissima se misurata con i nostri termometri - noi riusciremo a vedere cose
prima mai viste.
D. – Quindi, praticamente, ricreando
queste condizioni di cui Lei parlava, si vogliono osservare una serie di cose. Fra
queste cose si vuole verificare l’esistenza del bosone di Higgs, detto “la particella
di Dio”, in grado di conferire massa alla realtà; è così?
R.
– Non di conferire: spiegare perché la realtà ha massa; spiega perché tutte le teorie
fisiche avevano il difetto di non potere avere, nella loro descrizione, quella cosa
che noi chiamiamo massa. Higgs è riuscito a inventare un meccanismo che può spiegare
l’esistenza di questa massa. Colui che ha fatto il mondo sa come nasce la massa, e
noi abbiamo come compito di decifrare quella scrittura.
D.
– Quindi se c’è, se si trova questa particella, nascerebbe da questi fasci di protoni,
a questa altissima velocità, che - diciamo così - scontrandosi fra di loro produrrebbero
appunto questa massa...
R. – ...questa particella
di Higgs. Se la particella di Higgs non si trova, vuol dire che dobbiamo trovare un
altro modo; per capire com’è fatto il mondo c’è una sola strada, porre domande a Colui
che l’ha fatto. E’ questo il significato logico di un esperimento.
D.
– Certo, quindi quello che si vuole vedere, appunto, è se pochi istanti dopo il Big
Bang questi protoni, a questa altissima velocità, possono produrre massa di movimento
e quindi poi spiegare l’esistenza della massa...
R.
– Si potrebbe portare qualunque cosa: perché i protoni? Perché i protoni sono le particelle
più semplici che abbiamo in mano, hanno carica elettrica. Andando ad alta velocità,
si acquista quella che si chiama massa di moto o energia di moto. Perché questa energia
o massa di moto è importante? Perché nello scontro tra due protoni, di altissima velocità,
quella cosa che è la massa di moto, si trasforma in un mondo reale che noi non possiamo
qui avere, perché il nostro mondo è fatto di cose a bassissima energia. Quindi, per
produrre cose nuove, il che vuol dire per produrre com’era il mondo dopo il Big Bang,
ad altissima energia per noi che adesso siamo freddi, il nostro mondo è freddo, ma
quando è nato era caldo; il Big Bang è la più grande esplosione di energia di particelle
mai avvenuta. Creando quelle condizioni, riproduciamo com’era il mondo, che nessuno
riesce a immaginare.
D. – La teoria del Big Bang
non è in contraddizione con la dottrina cattolica, sull’origine del mondo e sulla
creazione...
R. – Assolutamente no! Semmai è la conferma,
perché tutto nasce in un istante dal vuoto, dal nulla; dal nulla viene fuori il mondo.
Scienza e fede sono entrambi doni di Dio, dice Giovanni Paolo II; la scienza porta
alla fede. Per dire il fatto che porta alla scoperta delle leggi fondamentali della
natura. Che cosa è il significato delle leggi fondamentali? Che noi non siamo figli
del caso, siamo figli di quella logica, quindi esiste una logica: questo ce lo dice
la scienza. Se esiste una logica, ci dev’essere un autore, ecco perché credo in Colui
che ha fatto il mondo. E’ più logico immaginare che le leggi fondamentali abbiano
un autore, che immaginare l’esistenza di leggi fondamentali venute così, a caso.