2008-09-09 15:22:07

Mobilitazione della Chiesa spagnola contro l’ampliamento della legge sull’aborto


“In questo momento ogni persona di cultura media sa che un aborto volontario è un omicidio premeditato. Abortire non è, come si dice ipocritamente, ‘interrompere una gravidanza’. Abortire volontariamente è distruggere violentemente una vita umana nel seno materno. E questo è ciò che adesso i nostri governanti vogliono facilitare alle donne spagnole”. È quanto afferma mons. Fernando Sebastián Aguilar, arcivescovo emerito di Pamplona, in un articolo – ripreso dall’agenzia Fides - pubblicato dopo l’annuncio di una legge sull’aborto in Spagna che lo renderà ancora più facile. Infatti la settimana scorsa il ministro dell’Uguaglianza ha annunciato una nuova legge che permetterebbe di abortire liberamente durante le 12, 14 o 16 prime settimane di gravidanza. Per mons. Aguilar “la lotta contro l’aborto bisogna avviarla sin dall’educazione sessuale, umana e morale degli adolescenti e dall’educazione alla castità dei giovani”. D’altra parte, è necessario “il sostegno forte alle madri, alle adolescenti e alle donne in difficoltà per via di una gravidanza ‘inopportuna’”. Questa è la via del “progresso, questo è il cammino verso la vera dignità della donna e l’esaltazione della vita. Tutto il resto è egoismo, disumanità, corruzione, nichilismo”. L’arcivescovo conclude il suo articolo con un forte appello a “non essere complici di questo massacro silenzioso, ipocrita e crudele, di centomila aborti annuali”. A seguito di questo appello, si sono mobilitati numerosi movimenti ed associazioni pro-vita. Il direttore della Fondazione Vita, Manuel Cruz, ha criticato duramente il comitato di esperti proposto dal ministero dell’Uguaglianza per modificare la Legge sull’aborto in quanto ad esso apparterrebbero soltanto esponenti a favore dell’aborto. Il Forum Spagnolo della Famiglia ha diffuso una Nota nella quale considera che questa è una questione essenziale per i diritti umani, dove è in gioco il diritto costituzionale alla vita ed il diritto della donna a non essere abbandonata davanti ai suoi problemi; pertanto non è una questione di esperti, bensì una decisione politica sul rispetto del diritto alla vita o meno. Il suo presidente, Benigno Blanco, ha segnalato che “la commissione designata è assolutamente parziale e rappresenta una pura scusa per mascherare la volontà reale del Governo di liberalizzare l’aborto in modo assoluto”. Per Alicia Latorre, Presidentessa della Federazione di Associazioni Pro-vita, “lasciare alla libera scelta della donna il porre fine alla vita di suo figlio costituisce un’offesa grande contro il diritto alla vita e contro la stessa donna. È una tirannia verso la donna, un ridicolizzare la legge e alcuni principi morali basilari che tutti portano scritti nel proprio cuore”. Il presidente di HazteOir, Ignacio Arsuaga, ha annunciato che sta preparando “una grande mobilitazione sociale” contro l’ampliamento della legge sull’aborto e allo stesso tempo ha criticato il governo che “gioca con il diritto alla vita dei più deboli per dissimulare la spaventosa crisi economica che stanno subendo gli spagnoli”. La portavoce di ‘Hay Alternativas’, dottoressa Gádor Joya, ha affermato che “la società non sta chiedendo una nuova legge sull’aborto bensì una politica di aiuto alla maternità e alle famiglie con figli”. (R.P.)







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