2008-09-09 14:59:26

In libreria la “Guida essenziale alla Sacra Bibbia” di mons. Principe. Intervista con mons. Ravasi


Per apprendere “brevi e indispensabili nozioni” sulla Bibbia, “quelle che il cristiano non può non conoscere per accostarsi alle Sacre Scritture”, è disponibile un nuovo, utile strumento: la “Guida essenziale alla Sacra Bibbia”, scritta da mons. Pietro Principe ed edita dalla Libreria Editrice Vaticana. Si tratta di “un testo nitido e godibile, ideale per una prima apertura alle Scritture”, come sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco, mons. Gianfraco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura:RealAudioMP3


R. - Penso che possa essere utile da tenere accanto alla lettura del testo per tutte quelle persone che hanno un approccio alla Bibbia non certo sofisticato, ma neppure - direi - abbastanza abitudinario, come accade spesso nelle nostre comunità ecclesiali. E’ quindi un primo, fondamentale, sussidio di base per l’ingresso in questo mondo molto articolato, molto complesso e molto ricco. Non dimentichiamo che sono pur sempre 73 i libri che compongono la Bibbia nel suo insieme.

 
D. - Come leggere correttamente la Bibbia e quali requisiti interpretativi sono necessari per accostarsi alle Sacre Scritture?

 
R. - Io direi che se vogliamo semplificare un po’ il movimento di accesso e di conoscenza della Scritture, potremmo idealmente immaginare due movimenti. C’è un primo movimento che è quello che io chiamerei “centripeto”: ritornare cioè alle origini, ritornare al testo e cercare di camminare a ritroso, risalendo non solo a quella storia che è là raccontata, ma anche a quella pagina, con le sue caratteristiche linguistiche - l’ebraico, l’aramaico e il greco. Si deve ritornare a quelle coordinate storico-sociali, culturali, religiose e politiche entro le quali si è collocata, si è incarnata la Bibbia. C’è poi il secondo movimento, che dal centro va alla periferia, e quindi con un movimento "centrifugo" si deve andare all’oggi: prendere quel messaggio antico, che io ho cercato di conoscere nel suo significato profondo, e coglierne il valore permanente. Questo vale naturalmente anche per il non credente, ma è soprattutto decisivo per il credente che dovrà poi usare quella pagina, quel libro, come "lampada" per i passi nel cammino della vita.

 
D. - La Bibbia, codice di vita cristiana e nutrimento dell’anima, illumina quindi anche sulle grandi questioni esistenziali dell’uomo di oggi…

 
R. - Le Scritture sono per eccellenza il desiderio di rispondere alle grandi domande fondamentali dell’umanità. In pratica, i temi ultimi sono lì nelle Scritture: c’è Dio, certamente, ma c’è anche il male; c’è la giustizia e c’è la violenza; c’è il tema della politica, dell’onestà nella politica e nell’esercizio della giustizia. C’è anche l’amore, la passione, l’eros, l’ira e tutto quel groviglio oscuro di componenti che possono essere nell’interno dell’uomo. Ma c’è anche la possibilità di portare l’uomo alla pienezza della trascendenza, del mistero: c’è il forte senso della morte, del sangue che scorre nella storia. La Bibbia non è un decollare dalla realtà verso cieli mitici e mistici: c’è un lamento di un malato, c’è Giobbe che urla la sua disperazione. E’ quindi sicuramente e profondamente incarnata nella storia. I piedi sono sul terreno della nostra vicenda umana, però lo sguardo è in alto verso l’Eterno e l’infinito: quindi la morte, ma anche l’oltre vita. Tutti questi temi ultimi, assieme a quelli penultimi della vicenda umana, sono presenti nella Bibbia, che la rendono anche e per tutti il grande codice della nostra civiltà, della nostra cultura, ma soprattutto della nostra umanità, naturalmente oltre che della fede per il credente.







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