Mons. Giuseppe Betori è stato nominato dal Papa nuovo arcivescovo di Firenze: nel
saluto alla Chiesa e alla città , l'offerta di ascolto e dialogo per ricercare il
bene comune
Nuovo arcivescovo per la città di Firenze: il Papa ha nominato oggi alla guida pastorale
dell’arcidiocesi fiorentina mons. Giuseppe Betori, attuale segretario della Conferenza
episcopale italiana, vescovo titolare di Falerone. La notizia è stata accolta con
“gioia” dal presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, che dalla
Terra Santa - dove si trova al momento - ha evidenziato la “lunga esperienza sul territorio
nazionale” maturata da mons. Betori, “anche nei rapporti europei e internazionali”.
“Un ricco patrimonio” posto dal Santo Padre “a servizio della nobile Chiesa di Firenze".
Il servizio di Roberta Gisotti:
Settecentododici
anni fa, la posa della prima pietra della cattedrale di Santa Maria del Fiore, il
Duomo di Firenze: in questo giorno particolare, giunge la nomina di mons. Giuseppe
Betori, chiamato a succedere al cardinale Ennio Antonelli, incaricato da Benedetto
XVI di presiedere il Pontificio Consiglio per la Famiglia. 61 anni, umbro, nativo
di Foligno, mons. Betori raccoglie il "testimone" dal cardinale Antonelli, così come
era già stato nel 2001, nell’assumere l’incarico di segretario della CEI.
Sono
circa 830 mila, sparsi in 318 parrocchie, gli abitanti della diocesi di Firenze affidati
alla cure pastorali di mons. Betori, che sarà coadiuvato da 708 sacerdoti e 55 diaconi.
“So che il Signore mi manda a una Chiesa singolare per storia, arte e temperamento
civile”, scrive mons. Giuseppe Betori nel suo saluto alla Chiesa e alla città di Firenze.
“Tanta ricchezza - sottolinea il neoarcivescovo - ridonda fino ai giorni presenti,
pur non privi di difficoltà e ombre. Anche oggi, infatti, non mancano i segni della
santità, le tracce della bellezza, i cercatori della verità, i testimoni dell’amore.
Chi crede e ama, sa che la speranza prevale, e tutto vince. Per questo, mons. Betori,
chiede a tutti di aprirsi senza remore all’ascolto della Parola che genera la fede
e alla comunione che valorizza tutti i doni e che è premessa della missione. “A tutti
offro - sottolinea il nuovo arcivescovo - disponibilità all’ascolto e al dialogo,
chiedendo a mia volta di essere accolto e aiutato a svolgere il mio servizio per la
crescita comune”. “Insieme abbiamo a camminare verso quella concordia e quella pace
di cui Firenze è stata nel mondo un faro luminoso. E dovrà continuare ad esserlo,
attraverso una nuova creatività”. Non dimentica il presule
di riferirsi a non credenti o credenti di altre religioni, “nella certezza - scrive
- che sia possibile operare solidalmente nella ricerca del bene comune”. “L’ora di
Firenze - conclude il presule - non appartiene al passato. Non si spegne il genio
di una città e di una terra se il braciere di Dio continua ad ardervi e a purificare
i cuori, se le intelligenze continuano a interrogarsi e a cercare, se le volontà riescono
a uscire dal proprio guscio e si proiettano verso traguardi inediti, commisurati alle
sfide e alle responsabilità”.