2008-09-08 14:06:21

Lettera di Benedetto XVI nel trentennale della morte di Paolo VI: guidò la Chiesa con sapienza nel Concilio Vaticano II, "inestimabile l'eredità del suo magistero"


Un uomo “sinceramente e profondamente innamorato della Chiesa”, che guidò in un difficile periodo storico ma anche attraverso un grande rinnovamento interno, grazie al Concilio Vaticano II del quale fu il primo attuatore. Sono le parole di gratitudine che Benedetto XVI ha rivolto alla figura e alla memoria di Paolo VI, contenute in una lettera inviata al vescovo di Brescia, Luciano Molinari, nel 30.mo della scomparsa di Papa Montini. I particolari nel servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Colpiscono - come colpirono allora - le parole di Paolo VI che Benedetto XVI cita nella sua lettera e che Papa Montini avrebbe dovuto pronunciare all’Angelus del 6 agosto 1978 sulla Trasfigurazione di Cristo ma che per la sua scomparsa rimasero invece sulla carta, assumendo tuttavia un alto valore simbolico. “Quel corpo, che si trasfigura davanti agli occhi attoniti degli apostoli, è il corpo di Cristo nostro fratello, ma è anche il nostro corpo chiamato alla gloria; quella luce che lo inonda è e sarà anche la nostra parte di eredità e di splendore. Siamo chiamati a condividere tanta gloria, perché siamo "partecipi della natura divina”. Con la morte di Paolo VI, scrive il Papa, scomparve un “figlio della terra bresciana” che “fu chiamato dalla Provvidenza divina a guidare la Chiesa in un periodo storico segnato da non poche sfide e problematiche” e, contemporaneamente, ad essere “ il timoniere della barca di Pietro” durante la celebrazione del Vaticano II “e negli anni della sua prima attuazione”. Benedetto XVI si dice colpito dall’“ardore missionario” che animò Papa Montini, spingendolo “ad intraprendere - annota - impegnativi viaggi apostolici anche in nazioni lontane e a compiere gesti di alta valenza ecclesiale, missionaria ed ecumenica”.

 
Con il passare degli anni, osserva ancora Benedetto XVI, “diventa sempre più evidente l'importanza per la Chiesa e per il mondo del suo Pontificato, come pure l'inestimabile eredità di magistero e di virtù che egli ha lasciato ai credenti e all'intera umanità”. Nel sottolineare la sua personale gratitudine verso Paolo VI, che nel 1977 lo nominò arcivescovo di Monaco e poco dopo lo creò cardinale, Benedetto XVI conclude la lettera ringraziando Dio “per aver donato alla Chiesa” un pastore così “sinceramente e profondamente innamorato della Chiesa e così vicino alle attese e alle speranze degli uomini del suo tempo” e “auspicando vivamente che ogni membro del Popolo di Dio sappia onorare la sua memoria con l'impegno di una sincera e costante ricerca della verità”.







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