Si apre domenica la Settimana per la pace in Colombia
“Vita, dignità e sviluppo” saranno da domani i temi centrali della XV settimana per
la pace organizzata dalla Conferenza episcopale colombiana. In questa nuova edizione,
allargherà il suo sguardo, le sue iniziative e le sue riflessioni sulla grande questione
del rispetto dei diritti umani. Primo fra tutti, il diritto alla vita, come condizione
indispensabile per raggiungere la pace. Così ha spiegato mons. Jaime Prieto Amaya,
vescovo di Barrancabermeja, presidente della pastorale sociale, si tratta di una proposta
di “mobilitazione ed educazione rivolta all’intera società colombiana”. L’obiettivo
è che ciascuno, dal suo posto e con il suo ruolo, “partecipi alla costruzione della
pace”. Mons. Jaime Prieto Amaya, ha inoltre precisato che, da domenica, tutti gli
sforzi delle diocesi saranno indirizzati a promuovere la “formazione per la riconciliazione”
a pregare per la pace. E così, come dal 1993, quando è nata l’iniziativa, oltre 4
mila parrocchie realizzeranno diverse attività di sensibilizzazione e di educazione.
Unite a tanti momenti di preghiera dovrebbero accrescere ulteriormente la coscienza
sul bisogno di pace in una nazione dilaniata, purtroppo, da troppe decadi segnate
dalla violenza. Da parte sua, mons. Héctor Fabio Henao Gaviria, direttore della Cáritas
colombiana, ha voluto sottolineare un’altra dimensione della Settimana: quella di
“accompagnare le vittime della violenza, poiché le ferite che restano aperte ritardano
la riconciliazione”. Ha anche aggiunto che il prossimo 9 settembre la Giornata nazionale
dei diritti umani sarà incentrata sulla dimensione della solidarietà e alle vittime
dei soprusi, del crimine, dei sequestri “e di tutte le violenze che offendono il dono
della vita”. Questa Settimana così speciale è forse uno dei momenti più alti del
piano pastorale della Chiesa colombiana in favore della pace. E certamente va ad aggiungersi
a tante altre iniziative che si sviluppano durante l’anno, nelle singole diocesi,
per “convertire i cuori dei colombiani” per troppi anni assuefati alla violenza o
rassegnati. Le cifre parlano chiaro: 44 anni di conflitto armato interno hanno provocato
100 mila morti, quasi 4 milioni di sfollati, circa un milione di persone costrette
a trovare riparo all’estero per sfuggire alla fame e alla violenza. Sono poi 5 mila
coloro che sono stati sequestrati, tra cui centinaia di bambini. La Settimana arriva
subito dopo la chiusura del recente IV Congresso nazionale della riconciliazione voluto
dai vescovi colombiani per riunire diverse realtà: le comunità ecclesiali, i leader
politici, le organizzazioni della società civile e il mondo della scienza e della
cultura. Intervenendo in quest’assise mons. Rubén Salazar Gómez, presidente della
Conferenza episcopale e arcivescovo di Barranquilla, ha chiesto a tutti “di sgomberare
il campo dalle piccole polemiche”. Il presule ha anche chiesto di concentrare l’attenzione
sulle “questioni urgenti, serie e fondamentali”, che sono “parte del bene comune
come la vita e la pace”. (L.B.)