Ribadite le “strette relazioni strategiche” tra Ucraina e USA nella visita di Cheney
a Kiev
“Nessun Paese al di fuori della NATO ha il diritto di porre veti” alla richiesta dell’Ucraina
di entrare a far parte della Alleanza atlantica. Lo ha annunciato il numero due della
Casa Bianca, Dick Cheney, durante il colloquio avuto questa mattina a Kiev con il
capo dello Stato ucraino Viktor Iushenko, confermando il sostegno incondizionato al
paese da parte degli Stati Uniti. Da parte sua, Iushenko ha sottolineato le "strette"
relazioni "strategiche bilaterali" tra Ucraina e Stati Uniti, per poi aggiungere che
l’Ucraina ha “una mutua comprensione con gli USA e la UE su gran parte dei problemi,
compresa la Georgia”. Cheney, dopo la visita a Baku e Tbilisi, ha completato il suo
viaggio con la tappa di Kiev dove ha avuto modo di incontrare anche la premier ucraina,
Iulia Timoshenko. La visita del viceprresidente statunitense in Ucraina è arrivata
nel bel mezzo della crisi politica scoppiata tra Iushenko e la sua ex alleata della
rivoluzione arancione, Timoshenko. Il capo dello Stato ha accusato il premier di "golpe
bianco", privandolo del sostegno del suo partito “Ucraina nostra”, minacciando elezioni
anticipate nel caso non si formi una nuova coalizione. Tra i temi affrontati durante
i due colloqui: oltre al conflitto russo-georgiano legato all'Ossezia del sud, le
prospettive delle relazioni tra Kiev e Washington, le questioni di sicurezza internazionale
e il rafforzamento dei legami transatlantici.
Pakistan Sarebbero
civili e non militanti islamici le sette vittime dell'attacco compiuto questa mattina
da un un aereo-spia statunitense americano nella zona pakistana ai confini con l'Afghanistan.
E' quanto afferma la televisione pachistana GEO TV, che specifica che le vittime sarebbero
4 bambini e tre donne. Quello di stamattina sarebbe il terzo attacco in tre giorni
degli americani in Pakistan.
Afghanistan Sette persone, tra cui due
bambini, sono rimaste uccise nell'Afghanistan occidentale in un attacco aereo contro
la casa di un comandante taleban. Il bilancio fornito dalle autorità locali non è
stato commentato dalle forze della coalizione a guida USA (Enduring Freedom). Le vittime
di oggi, nella provincia di Farah, si assommano ai 90 civili uccisi, in maggioranza
donne e bambini, secondo il governo afghano, il 22 agosto sempre durante un attacco
aereo della coalizione nella confinante provincia di Herat. Un bilancio contestato
dai militari americani. Secondo il governo afghano e alcuni gruppi umanitari, dall'inizio
dell'anno le truppe straniere e quelle locali con i loro attacchi aerei hanno provocato
in Afghanistan la morte di oltre 500 civili.
Iraq Nuovi dati sui
suicidi tra i militari americani confermano una preoccupante tendenza all'aumento.
Nel 2007, 115 soldati in servizio attivo della Guardia Nazionale e della Riserva si
sono tolti la vita, mentre quest'anno i suicidi sono stati finora 62. Sono ancora
in corso indagini sulle morti di altri trentuno soldati, per verificare se si tratta
di morti accidentali o suicidi. Se verrà confermata l'ipotesi di suicidio, le cifre
di quest'anno potrebbero arrivare a superare quelle del 2007. I vertici dell'esercito
hanno raddoppiato gli sforzi per risolvere questo tragico problema, attraverso programmi
di prevenzione e supporto psicologico ai militari.
USA: Convention
repubblicana John McCain ha presentato all'America il proprio curriculum fatto
di esperienze come militare, prigioniero e politico controcorrente pronto a lavorare
con gli avversari, e ha chiesto al Paese di affidargli la Casa Bianca per i prossimi
quattro anni, presentandosi come una scelta più credibile dell'avversario Barack Obama.
Prima dell’inizio del discorso di Mccain sono state arrestate circa 250 persone che
manifestavano contro la guerra. Ma sul discorso di John McCain alla convention
del Partito repubblicano a Saint Paul, in Minnesota, il servizio di Elena Molinari:
I cinque
anni e mezzo di prigionia in Vietnam gli hanno fatto capire che Paese speciale fosse
l’America. Così, John McCain ha spiegato ieri notte, l’alba in Italia, perché vuole
diventare presidente:“Ho amato ancora di più il mio Paese, perchè ho capito che era
una causa per cui combattere”. Nel suo discorso di accettazione della nomination
repubblicana, McCain ha promesso che se arriverà alla Casa Bianca saprà lottare ancora
per la sua nazione e lo farà collaborando con i suoi avversari. Rassicurare gli americani
della middle class in difficoltà che sarà attento ai loro problemi di tutti
i giorni era uno dei compiti più delicati di McCain: l’altro, era spiegare che tipo
di cambiamento vuole portare a Washington e per farlo ha fatto leva sulla sua personalità
anticonformista che gli ha fatto proporre riforme in Senato, dal finanziamento ai
partiti all’emigrazione. La tradizionale pioggia dei palloncini rossi e blu ha segnato
la chiusura della convention, ma alle elezioni mancano ancora due mesi.
Angola Più
di otto milioni di angolani sono chiamati oggi alle urne per rinnovare il parlamento.
Già dall'apertura dei 12.274 seggi, questa mattina alle 7, si sono registrate lunghe
file di persone in attesa di votare per eleggere i 220 membri del Parlamento. Il servizio
di Fausta Speranza:
Un voto
a sedici anni dalle ultime elezioni e sei anni dopo la conclusione della guerra civile,
che per 27 anni ha sconvolto il Paese africano. Un partito al potere da 29 anni. Tutto
ciò fa di questa tappa elettorale in Angola un evento su cui la popolazione sta riversando
grandi aspettative. Del partito al potere si dice che punti ad una larga maggioranza
che gli consenta di cambiare agevolmente la Costituzione. Le ultime elezioni si sono
tenute nel 1992 ed il risultato elettorale ha riportato il Paese in uno stato di caos
e di guerra civile. I ribelli dell'Unione nazionale per l'indipendenza totale dell'Angola
(UNITA), usciti sconfitti dalle urne, hanno ripreso infatti le armi contro il governo,
facendo riesplodere uno dei conflitti africani più sanguinosi nel quale sono morte
quasi mezzo milione di persone. I risultati del voto di oggi non arriveranno prima
di una settimana.
Turchia-Armenia E’ arrivata anche la soddisfazione
del commissario europeo all'Allargamento, Olli Rehn, per la visita in programma domani
a Yerevan, in Armenia, del presidente turco, Abdullah Gul. L’occasione è data dalla
partita di calcio Armenia-Turchia, valida per le eliminatorie dei Mondiali del 2010
in Sudafrica. “Spero che quello del presidente Gul - ha detto il commissario UE -
sia un primo passo importante, seguito presto da altri che conducano ad una normalizzazione
delle relazioni fra i due Paesi”. Una missione, quella del capo di Stato turco, che
viene vista da molti osservatori internazionali come una svolta nei rapporti tra Ankara
e Yerevan. Sul perché di questa lettura, Giada Aquilino ha intervistato Antonio
Ferrari, inviato speciale ed editorialista del Corriere della Sera:
R.
- Perché tra i due Paesi non vi sono relazioni diplomatiche, che furono interrotte
dopo le vicende del Nagorno-Karabakh, quando cioè da una parte l’Armenia affermava
di non essere intervenuta a sostegno quella maggioranza degli abitanti del Nagorno-Karabakh,
che è armena, mentre la Turchia sosteneva che, di fatto, si trattava di una occupazione
dell’Armenia sul territorio dell’Azerbaigian. Si ruppero quindi le relazioni, complicate
poi anche dalla questione del genocidio degli armeni: i turchi continuano ad ammettere
che ci fu un massacro, ma dovuto ad una situazione di guerra, verso la fine dell’impero
ottomano. Viceversa, gli armeni e molti altri sostengono che fu un genocidio, perché
morirono un milione e mezzo di persone su una popolazione totale di poco più di tre
milioni. L’invito che è stato rivolto dal presidente armeno al presidente Gul è stato
accolto, ma ovviamente non dobbiamo dimenticare le ragioni dal punto di vista energetico
e strategico.
D. - Proprio sulle divergenze dei due
Paesi sul massacro degli armeni ai primi del Novecento, quali passi si possono compiere?
R.
- Molti intellettuali turchi hanno accettato l’idea che ci fu: poi si può chiamare
“massacro” o si può chiamare “genocidio”: hanno posto il problema, lo ha fatto Pamuk,
lo hanno fatto altri ed oggi il dibattito in Turchia è aperto su questo problema.
Non c’è più la chiusura definitiva che c’era fino a poco tempo fa. C’è da dire che
gli armeni stanno facendo di tutto per favorire l’arrivo dei tifosi turchi: se ne
attendono circa 5 mila, che non avranno bisogno di visto ed entreranno praticamente
gratis allo stadio. A volte le sport può davvero essere utile e davvero essere importante.
Darfur "Italians
for Darfur" condanna il silenzio della comunità internazionale dopo i recenti raid
delle forze governative sudanesi nel campo profughi di Kalma, nei pressi di Nyala,
nel sud del Darfur. “Dopo quello del 25 agosto che ha causato circa 50 morti, tra
cui molte donne e bambini, i rifugiati temono un nuovo blitz dei soldati e lamentano
l'assenza delle forze di peacekeeping”, afferma in una nota Antonella Napoli, presidente
dell'associazione italiana per i diritti umani. “Italians for Darfur - prosegue la
nota - esprime grave preoccupazione per l'indifferenza internazionale nella quale
continuano a succedersi gli attacchi indiscriminati delle forze di sicurezza sudanesi
contro i civili e si appella al governo italiano e all'Unione Europea, affinché il
governo sudanese venga richiamato al rispetto delle norme internazionali sui diritti
umani e alla protezione dei civili”. Il campo di Kalma ospita circa 90 mila profughi
ed è uno dei più travagliati: secondo il governo di Khartoum, vi trovano rifugio ribelli
del Darfur e loro sostenitori, mentre i residenti dicono che il campo è perennemente
sotto attacco delle milizie arabe sudanesi filo-governative.
Bolivia Il
presidente boliviano, Evo Morales, ha denunciato ieri sera che nel Paese è stato posto
in essere un golpe organizzato da civili ed il cui primo capitolo consiste nell'occupazione
da parte di gruppi d'assalto finanziati dai prefetti ribelli di istituzioni pubbliche.
Lo scrive l'agenzia di stampa statale Abi. Sulla via del ritorno a La Paz, dopo un
viaggio in Libia e Iran, Morales ha rivolto un appello “all'unità della popolazione”
ed ha chiesto alle Forze armate di “difendere la democrazia boliviana”. Alludendo
all'occupazione, ieri, di almeno sei uffici rappresentanti di entità del governo a
Cobija (Bolivia orientale), da parte di gruppi di persone vicine al prefetto oppositore
del dipartimento di Pando, Leopoldo Fernandez, Morales ha sostenuto che queste azioni
ricordano i preliminari del golpe guidato nel 1980 dall'allora generale Luis Garcia
Meza.
India Mentre in Bihar migliora notevolmente la situazione dovuta
all'esondazione del fiume Khosi, l'attenzione si è spostata in Assam, sempre nel nordest
dell'India, dove la piena del Brahmaputra sta facendo ingenti danni. Oltre un milione
e 200 mila persone sono state allontanate dai loro villaggi sulla riva del fiume il
cui livello si è innalzato a tal punto da sommergere centinaia di abitazioni. Al momento
non risultano vittime, se non quattro animali ospiti del Kaziranga National Park,
morti affogati. E' la terza volta dal primo giugno che il fiume ha superato gli argini,
facendo in totale 17 vittime.
Cina Nuova esplosione, anche oggi,
in una miniera in Cina. E' avvenuta nel sudovest, nel Sichuan, ed ha provocato la
morte di 10 minatori. Ieri, in una miniera di carbone nel nordest della Cina erano
morte 27 persone.
Italia - immigrazione irregolare Sei migranti -
secondo la polizia appena sbarcati - sono stati fermati dalla polizia di Ragusa la
notte scorsa, intorno alla mezzanotte, nella frazione di Punta Braccetto. Gli extracomunitari,
tutti uomini, sono stati trasferiti nei locali della dogana del porto di Pozzallo.
Australia Si
è insediata oggi la prima donna governatore generale dell'Australia, Quentin Bryce,
che rappresenta nel Paese la Regina Elisabetta II. La regina d'Inghilterra è formalmente
il capo dello Stato australiano in quanto il Paese è membro del Commonwealth ed ha
quindi anche il titolo di regina d'Australia. Quentin Bryce, 65 anni, ex avvocato,
docente universitaria e attiva nella difesa per i diritti delle donne, è il 25. mo
governatore generale e succede a Michael Jeffrey, un generale che si è ritirato dall'incarico
lo scorso mercoledì dopo averlo esercitato per cinque anni. La Costituzione australiana
riconosce al governatore generale ampi poteri esecutivi, ma generalmente li esercita
in sintonia e tenendo conto del parere del primo ministro. (Panoramica internazioanle
a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LII no. 249 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.