“In termini di urgenza e rischio di morte per migliaia di civili, non credo esista
una situazione più preoccupante di quella etiopica”. John Holmes, sottosegretario
generale dell’Onu per gli Affari Umanitari, è allarmato per la grave crisi alimentare
che ha colpito le province più povere dell’Etiopia. Al termine di una visita di tre
giorni nel paese, come riportato dalla MISNA, il rappresentante delle Nazioni Unite
ha dunque voluto rivolgere un accorato appello alle organizzazioni umanitarie, affinché
impediscano che la mancanza di cibo si tramuti in una vera e propria carestia. Il
lungo periodo di siccità, che ha colpito negli ultimi mesi il territorio etiopico,
non ha fatto altro che aggravare la già drammatica situazione delle coltivazioni,
semidistrutte lo scorso anno da intense piogge e alluvioni. E la gravità della situazione
è ben descritta dal comportamento dei contadini etiopici che, dopo aver visto fallire
i vari tentativi di semina, hanno iniziato a mangiare le sementi invece di piantarle.
Secondo le stime dell’Onu, a questo punto, sono ben 75 mila i bambini che rischiano
di morire di fame. “Il problema è acuito dal fatto che la crisi alimentare colpisce
il mondo intero e gli aiuti dei paesi donatori non sono illimitati”, ha spiegato Holmes
durante una conferenza stampa nella capitale Addis Abeba. L’aumento indiscriminato
dei prezzi dei generi di prima necessità, secondo stime della Banca mondiale, potrebbe
infatti determinare condizioni di vita in “povertà estrema” per oltre 100 milioni
di persone. (D.B.)