Giornata di preghiera della Chiesa italiana per i cristiani dell’Orissa vittime
della violenza. Intervista con il cardinale Bagnasco. La gratitudine del portavoce
dell’episcopato indiano
Nell’odierna memoria liturgica della Beata Teresa di Calcutta, la Chiesa italiana
esprime, con una Giornata di preghiera e digiuno, la sua vicinanza spirituale ai fedeli
indiani dell’Orissa, vittime della violenza anticristiana. La presidenza della Conferenza
episcopale italiana si associa all’accorato appello formulato da Benedetto XVI, condannando
con fermezza ogni attacco alla vita umana ed esortando alla ricerca della concordia
e della pace. Intervistato da Alessandro Gisotti il cardinaleAngelo
Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, si sofferma sul significato
di questa Giornata:
R.
– Innanzitutto, vogliamo esprimere la solidarietà più profonda, più cristiana ai nostri
confratelli nella fede che stanno soffrendo in modo particolare proprio per la fede,
per la fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Questa solidarietà è l’anima della Chiesa stessa,
perché esprime la Chiesa come comunione delle anime attorno a Cristo e in forza di
Gesù Cristo, nella stessa fede. Come ricorda l’apostolo Paolo, la Chiesa è un Corpo
mistico. Quindi, quando un membro del corpo soffre, tutti gli altri soffrono con lui.
D.
– Le drammatiche notizie che vengono dall’Orissa ci ricordano quanto il martirio sia
presente ancora oggi nella vita della Chiesa...
R.
– Il martirio è parte essenziale della vita cristiana, fa parte della fede in Cristo
Gesù, che è il grande Martire, Salvatore e Redentore del mondo con il dono della sua
vita. Quindi, non è un elemento accessorio, ma è proprio costitutivo, nasce dalla
fedeltà a Cristo e alla Chiesa, dalla testimonianza cristiana nel Vangelo, che può
suscitare, come in tutte le epoche ha suscitato e susciterà, una presa di posizione
o di accoglienza, di simpatia e quindi abbraccio della fede, nella libertà di tutti
e di ciascuno. Oppure l’indifferenza, il rifiuto, la repulsione e l’opposizione, a
volte purtroppo anche violenta ai nostri giorni. Da una parte, non ci scandalizziamo
più di tanto, non ci sorprendiamo più di tanto della esistenza della persecuzione
nel mondo, ma dall’altra ne soffriamo profondamente perché vorremmo proprio che la
fede di tutti e le scelte religiose di tutti fossero viste con rispetto e accolte
con rispetto profondo da parte di tutti e di ciascuno.
D.
– Qual è il suo auspicio per i cristiani dell’India, in questa giornata in cui la
Chiesa ricorda Madre Teresa di Calcutta?
R. – Madre
Teresa è un grandissimo esempio, soprattutto per l’India, ma per il mondo intero,
per la Chiesa in particolare, e ci ricorda che il modo migliore, più efficace per
rispondere alla persecuzione, oltre dire che ciò è ingiusto, è quello dell’amore e
del perdono. Madre Teresa ci ha insegnato anche questo: di mettersi a servizio dei
più poveri, dei più sofferenti nell’anima e nel corpo con il nome di Cristo, per amore
di Gesù e per amore della Chiesa. Quindi, l’auspicio è proprio, da una parte, che
la fede di tutti noi cristiani e cattolici si rafforzi sempre di più, proprio attraverso
il sangue dei martiri e, dall’altra, che possiamo rispondere con la parola della verità:
“Sì, è ingiusto”, ma anche con la forza grande del perdono e dell’amore.
L’iniziativa
di solidarietà indetta dalla Chiesa italiana viene accolta con sentimenti di gratitudine
dai vescovi indiani, che si preparano a celebrare una propria Giornata di preghiera
per l’Orissa domenica prossima, 7 settembre. Intanto, oggi le Missionarie della Carità
si sono raccolte in preghiera sulla tomba di Madre Teresa per chiedere la pace in
Orissa. Ecco la riflessione del portavoce dell’episcopato indiano, padre Joseph
Babu, raggiunto telefonicamente a New Delhi da Alessandro Gisotti:
R.
– We’re extremely grateful to the Italian Church for their solidarity by dedicating
… Siamo profondamente riconoscenti alla Chiesa italiana per la solidarietà
dimostrataci nel dedicare una giornata di preghiera alla gente dell’India, in particolare
ai cristiani dell’Orissa che soffrono. Siamo riconoscenti anche alle tante persone
e organizzazioni in tutto il mondo che hanno espresso la loro solidarietà, preoccupazione
e sostegno in questo momento di difficoltà.
D. –
Ci può dare un’idea della situazione attuale in Orissa?
R.
– For the last week and a half the situation has been very very tense; … Nell’ultima
settimana e mezzo, la situazione è stata veramente molto tesa; oltre 4 mila case sono
state demolite e distrutte e sono state distrutte anche 65 chiese. Lo stesso destino
è stato riservato a conventi, asili infantili, dispensari e tante altre istituzioni
che sono state completamente distrutte. Circa 50mila cristiani si sono ritrovati così
senza tetto e si sono nascosti nelle foreste; ma negli ultimi tre giorni hanno pian
piano ricominciato a tornare nei campi di accoglienza istituiti dal governo dello
Stato dove ricevono cibo ed altri mezzi di sussistenza di base. Eppure, ancora non
è sufficiente perché alcuni di questi campi sono frequentati anche da persone contrarie
al cristianesimo. In alcuni campi, poi, abbiamo difficoltà anche a reperire il cibo
ed altri mezzi di sussistenza. La situazione, quindi, è molto lontana dall’essere
soddisfacente.
D. – Oggi la Chiesa ricorda Madre
Teresa. Anche in questi tempi duri, i cristiani d’India sono un segno di amore e di
speranza…
R. – Absolutely right! Mother Teresa was
a universal symbol of love, charity and hope. E’ assolutamente vero! Madre
Teresa è stata un simbolo universale di amore, carità e speranza. E la gente dell’India,
di ogni fede e denominazione religiosa, la consideravano e l’amavano e la rispettavano.
La sua voce riconciliava, curava e portava l’unità in India e per questo io penso
che in India ci siano persone appartenenti a tutti i gruppi religiosi che sicuramente
ascoltano la sua voce e il suo messaggio, e noi vogliamo che questo suo messaggio
raggiunga sempre più persone nel Paese, in particolare nello Stato di Orissa.
D.
– Domenica prossima, la Chiesa in India pregherà per i fratelli e le sorelle dell’Orissa.
Come vi state preparando all’evento?
R. – We have
already sent out to all the Churches in India a circular letter … Abbiamo
inviato a tutte le Chiese in India una lettera circolare chiedendo a tutti di dedicare
domenica prossima una giornata speciale di preghiera e di digiuno per i nostri fratelli
e sorelle sofferenti in Orissa. Diverse diocesi e anche diverse confessioni religiose
ci hanno già risposto di avere comunicato la nostra richiesta ai loro fedeli, in modo
che il più gran numero possibile di persone venga alle chiese a pregare per la pace,
la comunione e l’armonia in questo Paese.