Il dramma della guerra in Iraq e il bullismo di scena al Festival del cinema di Venezia
Nono giorno alla 65.ma Mostra internazionale d’arte cinematografica a Venezia: in
concorso oggi i film di Tariq Teguia, 'Gabbla', e di Kathryn Bigelow, 'The hurt Locker'.
Domani sera sarà consegnato il leone alla carriera ad Ermanno Olmi. Il servizio di
Diego Giuliani:
Il dramma
dell’Iraq irrompe alla Mostra del cinema di Venezia, a portarcelo, a sei anni dalla
sua ultima volta al Lido con “K-19”, è la regista americana Kathryn Bigelow.
Unica donna in concorso, spicca con il durissimo “The hurt locker”, una limpida e
scioccante condanna sulla futilità di ogni guerra. E mentre il Festival attende la
doppietta di documentari italiani, dedicati alla tragedia della Thyssenkrupp,
di altre più silenziose, ma non meno drammatiche battaglie parla un piccolo, grande
film della sezione Orizzonti. Solitudine, incomunicabilità e violenza come reazione
estrema ad un vuoto di sentimenti e valori, i temi importanti del toccante “Il primo
giorno di inverno”. Protagonista fra lunghi silenzi e schiacciante desolazione è il
disagio di un adolescente che parla di un male, purtroppo comune a tanti giovani d’oggi.
Qui, al suo debutto nel lungometraggio, sentiamo il regista Mirco Locatelli:
"Io
sono interessato agli emarginati, alle persone etichettate come diverse. Probabilmente
nasce tutto da lì. Io ho voluto raccontare, insieme alla co-sceneggiatrice, la storia
di un ragazzo che non poteva integrarsi nel gruppo. Questo è il bullismo più doloroso
per me. Finché il bullismo si traduce in violenza fisica, ad un certo punto passa,
perchè la vittima di turno cambia. Ma se tu, in adolescenza, non ricalchi determinati
canoni, non sei costruito in un certo modo, non sei fatto in un certo modo anche nelle
relazioni, non sei capace di relazionarti in un certo modo, vieni escluso. E l’esclusione,
probabilmente, è il dolore peggiore, perchè genera isolamento, emarginazione, quindi
dolore e sofferenza".