Accorato appello di suor Nirmala per porre fine alle violenze anticristiane in India
La Chiesa si affida alla preghiera per opporsi alla violenza condotta da estremisti
indù contro i cristiani in India: i vescovi italiani hanno indetto per domani 5 settembre,
anniversario della morte della Beata Teresa di Calcutta, una giornata di preghiera,
digiuno e solidarietà. Per richiamare l’attenzione della comunità nazionale ed internazionale
sulle tragiche vicende nello Stato di Orissa lancia una simile iniziativa anche la
Chiesa indiana: i vescovi indiani hanno fissato infatti per il prossimo 7 settembre
una giornata di preghiera. I presuli, che chiedono misure più adeguate al governo
per garantire una più adeguata sicurezza, denunciano anche i casi di molti cristiani
costretti a convertirsi all’induismo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Un nuovo
incubo si aggiunge alle violenze, alla fuga nelle foreste per mettersi in salvo: molti
cristiani sono costretti a convertirsi all’induismo e ad attaccare le chiese. E’ quanto
sostiene la Conferenza episcopale indiana che denuncia anche “atti totalmente disumani”.
I vescovi non nascondono inoltre la loro preoccupazione: siamo angosciati – affermano
i presuli – nel notare che nonostante le assicurazioni date dal primo ministro dell’Orissa
al premier indiano, non si vedono miglioramenti. Sebbene siano state dispiegate forze
di sicurezza - osservano i vescovi - i fondamentalisti continuano ad attaccare i cristiani.
I presuli chiedono quindi maggiore protezione per i cristiani e sollecitano l’amministrazione
statale a vigilare sulla “questione delle riconversioni forzate”. Il portavoce della
Conferenza episcopale indiana, padre Babu Joseph - riferisce l’Osservatore Romano
- ha anche sottolineato che gli attacchi contro le comunità cristiane sono il frutto
di una strategia volta ad instaurare in alcune zone del Paese un vero e proprio “regno
del terrore”. La giornata di preghiera e digiuno del 7 settembre - ha spiegato all'agenzia
Fides- è un momento di invocazione e di affidamento a Dio. Si celebrerà - ha aggiunto
- nelle chiese, dalle prime ore dell'alba fino alla sera. "L'India - ha osservato
il portavoce della Conferenza episcopale indiana - è sempre stato un Paese multietnico
e multireligioso e la pace è possibile". Sul terreno, intanto, il bilancio di questa
ondata di violenze è pesante: sono almeno 26 le vittime accertate, 50 le chiese attaccate.
Centinaia di case di cristiani sono state devastate e poi bruciate. Aumentano
i profughi e gli scomparsi.
Per chiedere la fine di
queste violenze rivolge, al microfono di Emer McCarthy, un accorato appello
suor Nirmala, superiora generale delle missionarie della Carità, congregazione
fondata dalla Beata Teresa di Culcutta:
Dear
brothers and sisters in Orissa and all over India! Let us not forget our true identity
…
Cari fratelli e sorelle dell’Orissa e di tutta
l’India! Non dimentichiamo la nostra vera identità di figli amati da Dio, nostro Padre.
Siamo fratelli e sorelle gli uni per gli altri, a prescindere dalla nostra religione,
razza, cultura o lingua. Che siamo ricchi o poveri, nulla deve dividerci. Ma soprattutto,
non usiamo la religione per dividerci. L’essenza di tutte le religioni è l’amore,
l’amore di Dio e l’amore tra di noi. La violenza fondata sulla religione è un abuso
della religione. La Beata Teresa di Calcutta, nostra Madre, dice: La religione è un’opera
d’amore; essa non ha lo scopo di distruggere la pace e l’unità. Le opere prodotte
dall’amore sono opere di pace. Usiamo la religione per divenire un cuore unico, colmo
d’amore, il cuore di Dio.
Cari fratelli e sorelle!
In nome di Dio, nel nome della nostra stessa umanità, creata per grandi cose, per
amare e per essere amata in eterno, e poi nel nome del nostro Paese, del suo nobile
retaggio, e nel nome dei poveri, dei bambini e di tutti i nostri fratelli e sorelle
sofferenti, vittime di questa violenza e distruzione senza senso, rivolgo questo appello:
preghiamo, apriamo la nostra mente e il nostro cuore alla luce e all’amore di Dio;
deponiamo le armi dell’odio e della violenza e indossiamo invece l’armatura dell’amore;
perdoniamo gli uni agli altri e chiediamo perdono gli uni agli altri per il male che
ci siamo fatti, e rivolgiamoci al nostro prossimo con amore. Preghiamo per il riposo
delle anime di Swami Laximanand Sarasvati (leader induista) e dei suoi quattro amici
e di tutti i nostri fratelli e sorelle che hanno perso la vita nel corso di queste
violenze. Preghiamo per tutti noi e chiediamo alla beata Teresa di Calcutta, nostra
Madre, di pregare per noi affinché possiamo diventare portatori della pace, dell’amore
e della gioia di Dio stesso gli uni per gli altri, e costruttori di una civiltà dell’amore.