Lettera dei vescovi della Costa Rica al presidente Oscar Arias
“È compito della Chiesa annunciare sempre e dovunque i principi morali anche in merito
all'ordine sociale, e così pure pronunciare il giudizio su qualsiasi realtà umana,
in quanto lo esigono i diritti fondamentali della persona umana o la salvezza delle
anime”. Con queste riflessioni i vescovi della Costa Rica hanno indirizzato al Presidente
della Repubblica Oscar Arias una lettera in cui vengono affrontati diversi temi legati
all’attualità del Paese. I presuli, sottolineando che la Chiesa interviene nelle questioni
sociali solo al fine di svolgere l’educazione pastorale, precisano la non interferenza
con la laicità delle istituzioni. “Siamo consapevoli - scrivono - che le relazioni
tra la comunità politica e la Chiesa sono basate sul riconoscimento della diversità
dei rispettivi compiti, pur indirizzati allo stesso oggetto”, ovvero al servizio della
vocazione personale e sociale di ciascun uomo. Quando la Chiesa è intervenuta nelle
questioni sociali o politiche, lo ha fatto per compiere “il proprio dovere”, per favorire
la formazione e illuminare la coscienza dei fedeli, in particolare quelli impegnati
in politica, per essere sempre al servizio della persona e del bene comune. I vescovi
della Costa Rica aggiungono: “Non si vuole confondere l'azione della Chiesa con la
politica, perché non si vogliono contrariare le esigenze di una corretta interpretazione
della laicità. La Chiesa non chiede di esercitare un potere politico né di eliminare
la libertà di opinione dei cattolici sulle questioni contingenti”. In base al valore
della democrazia, tuttavia, si osserva che “la Chiesa è libera di predicare la fede,
di insegnare la sua dottrina sociale e di svolgere la propria missione tra gli uomini
senza alcun ostacolo”. Di fronte al crescente secolarismo che pretende di ridurre
la vita religiosa a una pura sfera personale dei cittadini senza possibilità di manifestarla
pubblicamente, occorre replicare - rilevano i vescovi - ricordando che l'autonomia
della sfera temporale non esclude un'intima armonia con le esigenze superiori e complesse
derivanti da una visione integrale dell'uomo e del suo eterno destino. L'episcopato
evidenzia che il suo intervento è in linea con l'insegnamento del Papa, che insiste
sulla convenienza per gli Stati di proteggere la pratica religiosa dei cittadini senza
preferenze o rifiuto. Nell'intervento, tra l'altro, si ricordano le sfide che attualmente
il Paese sta affrontando, a iniziare dalla necessità di una maggiore solidarietà.
Nel suo discorso ai vescovi della Costa Rica in visita “ad limina”, lo scorso febbraio,
Benedetto XVI aveva in particolare rivolto un invito “a promuovere il bene della famiglia
e a difendere i suoi diritti presso le istanze competenti, e a sviluppare un'attenzione
pastorale che la protegga e la aiuti direttamente nelle difficoltà”. La lettera conclude
riconoscendo gli sforzi dell'attuale Governo per contrastare la crescente povertà
e auspica che le decisioni prese in occasione degli ultimi incontri dei ministri possano
concretizzarsi in misure idonee a sostenere le persone in difficoltà, in particolare
offrendo opportunità nei settori del lavoro, dell'educazione e dell'assistenza sanitaria.
Infine, la Conferenza episcopale della Costa Rica rinnova la sua disponibilità a collaborare
con tutte quelle iniziative che hanno la finalità di rendere la società più giusta
e solidale. Si afferma inoltre “la permanente disponibilità al dialogo e alla cooperazione
in favore della giustizia e della pace sociale”. (L.B.)