2008-09-03 15:50:24

India: ancora violenze contro i cristiani in Orissa, ma il governo parla di "situazione sotto controllo"


Non si fermano nello Stato indiano dell’Orissa, gli attacchi contro i cristiani. Negli ultimi tre giorni sono state distrutte e incendiate sei chiese, cattoliche e battiste, in diversi villaggi e si è così aggravato il bilancio delle violenze scoppiate la scorsa settimana: almeno 20 morti, centinaia di feriti, 45 chiese bruciate, orfanotrofi e ospedali distrutti, centinaia di case date alle fiamme. E i fedeli, secondo le testimonianze riportate oggi da AsiaNews, accusano la polizia di inerzia. Nel tentativo di estirpare i cristiani e fermare le conversioni, i radicali indù stanno continuando a incendiare le loro abitazioni, quasi cento quelle colpite da lunedì scorso. La maggior parte dei fedeli fugge nella foresta o nei rifugi di fortuna approntati dal governo; altri subiscono ritorsioni e minacce. I cristiani del villaggio di Padani sono stati costretti a partecipare a delle cerimonie indù e minacciati di morte se osano ancora praticare il cristianesimo. Intanto a New Delhi, la Corte Suprema, sollecitata dall’arcivescovo di Bhubaneshwar, mons. Raphael Cheenath, ha domandato al governo dell’Orissa, sospettato di aver concesso ai radicali indù il permesso di radunarsi senza preoccuparsi della sicurezza, una relazione sulle violenze contro i cristiani. “La situazione è sotto controllo”, ha risposto, tuttavia, il governo tramite un proprio consigliere. Ben diversa la percezione delle autorità religiose, tra cui anche alcuni rappresentanti dei bramini, i sacerdoti induisti, che stanno moltiplicando gli appelli alla calma e al dialogo. Forte il messaggio rivolto al Paese da suor Nirmala Joshi, superiora delle Missionarie della carità, in vista della festa della Beata Teresa di Calcutta il prossimo 5 settembre: “Siamo fratelli e sorelle uno dell’altro, qualunque sia la nostra religione, razza, cultura o linguaggio, ricchi o poveri. Nulla ci dovrebbe separare”. (S.G.)







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