Frati aggrediti: i confratelli chiedono “giustizia, ma non giustizialismo”
“Giustizia, ma non giustizialismo”. E’ questa la richiesta dei Frati piemontesi in
merito alle indagini sugli autori della violenta rapina, avvenuta la scorsa settimana,
nel Santuario di Belmonte in Canadese. "Confermiamo le parole di perdono verso gli
autori del male - ha spiegato in una nota Fra Giorgio M. Vigna, vicario provinciale
della Curia dei Frati Minori del Piemonte - e speriamo che siano al più presto affidati
alla giustizia, ma non al giustizialismo, affinché non si ripetano più simili gesti".
Nel frattempo proseguono a tutto campo le indagini dei Carabinieri del comando provinciale
di Torino nel tentativo di individuare il gruppo di malviventi che la sera del 26
agosto ha fatto irruzione nel Convento e aggredito a colpi di bastone i quattro religiosi.
“Nonostante le ipotesi giornalistiche, nulla trapela sugli sviluppi delle ricerche
per l’individuazione dei responsabili della violenza", prosegue la nota dei frati
minori, che ribadiscono la loro gratitudine verso “quanti, in queste ore, stanno lavorando
alla ricostruzione dei fatti e per tutti coloro che, spinti da ammirevole senso civico,
umano e cristiano, offrono informazioni e segnalazioni utili”. Per quanto riguarda
le condizioni dei frati, si registra un costante miglioramento per due di loro, mentre
resta stazionario il quadro neurologico di padre Emmanuele Battagliotti. E’ invece
ancora in coma, ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Giovanni
Bosco di Torino, padre Sergio Baldin, il più giovane dei quattro, che ha cercato di
difendere i confratelli dagli aggressori. C’è comunque un cauto ottimismo tra i medici,
fiduciosi sulle possibilità del frate di potersi risvegliare in tempi relativamente
brevi. (D.B.)