2008-09-03 14:21:57

Dibattito sulla questione dell'accertamento della morte: l'intervento di padre Lombardi


Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha precisato che il testo pubblicato ieri dall'Osservatore Romano sulla questione della morte cerebrale è “un interessante e autorevole articolo firmato dalla professoressa Lucetta Scaraffia, ma non può essere considerato una posizione del Magistero della Chiesa”. Ce ne parla Sergio Centofanti:RealAudioMP3

 
Padre Lombardi ha spiegato che si tratta di un articolo e non di un editoriale, perché, nell'Osservatore Romano, gli editoriali “possono essere attribuiti solo al direttore della testata, ovvero a Gian Maria Vian”. Dal canto suo anche il direttore dell’Osservatore Romano ha definito l’articolo della professoressa Scaraffia “un autorevole e interessante contributo a una discussione importante su una questione delicata, discussione – ha detto - che è opportuno possa svilupparsi serenamente”.

Nell’articolo, Lucetta Scaraffia cita il rapporto di Harvard che 40 anni fa “cambiava la definizione di morte basandosi non più sull’arresto cardiocircolatorio, ma sull’encefalogramma piatto”. La definizione di morte cerebrale – sottolinea la professoressa – è però rimessa in discussione oggi da nuove ricerche che riaprirebbero il dibattito su tutta la questione, anche riguardo al problema dell’espianto degli organi.

 
Noi ricordiamo il discorso di Giovanni Paolo II rivolto il 29 agosto del 2000 ai partecipanti ad un Congresso internazionale della Società dei Trapianti. In quell’occasione Papa Wojtyla, pur ricordando che “la Chiesa non fa opzioni scientifiche” di fronte ai vari parametri di accertamento della morte, aveva sottolineato che tuttaviasi può affermare” che “la cessazione totale ed irreversibile di ogni attività encefalica” come criterio di accertamento della morte “se applicato scrupolosamente, non appare in contrasto con gli elementi essenziali di una corretta concezione antropologica”.

 
“Di conseguenza - proseguiva Giovanni Paolo II - l'operatore sanitario che abbia la responsabilità professionale di un tale accertamento, può basarsi su di essi per raggiungere, caso per caso, quel grado di sicurezza nel giudizio etico che la dottrina morale qualifica col termine di ‘certezza morale’, certezza necessaria e sufficiente per poter agire in maniera eticamente corretta. Solo in presenza di tale certezza – concludeva Papa Wojtyla - sarà, pertanto, moralmente legittimo attivare le necessarie procedure tecniche per arrivare all'espianto degli organi da trapiantare, previo consenso informato del donatore o dei suoi legittimi rappresentanti”.







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