I vescovi del Nicaragua in visita ad Limina. Il presidente
dell’episcopato: siamo impegnati nell’evangelizzazione, nella difesa della vita e
a sostegno dei poveri
E’ in corso, in questi giorni in Vaticano, la visita ad limina dei vescovi
del Nicaragua che, dopo gli incontri nei diversi dicasteri, saranno ricevuti in udienza
da Benedetto XVI. Con i suoi 130 mila kmq, il Nicaragua è il più grande Stato dell’America
centrale ed uno dei più poveri dell’emisfero occidentale. L’89 per cento dei suoi
5 milioni di abitanti è di religione cattolica. La struttura ecclesiale del Nicaragua
è composta da un’arcidiocesi, sei diocesi e un vicariato apostolico. La conferenza
episcopale è presieduta dall’arcivescovo di Managua, José Brenes Solórzano. Il Paese
centroamericano è stato visitato due volte da Giovanni Paolo II: nel 1983 e nel 1996.
Sulla situazione della Chiesa nel Paese, ci riferisce Alessandro Gisotti:
La Chiesa
del Nicaragua, nell’annunciare il Vangelo, è da sempre impegnata per la pace, la coesione
sociale e la lotta alla povertà. L’anno scorso, il cardinale Miguel Obando Bravo ha
accettato l’incarico di guidare il Consiglio nazionale di Riconciliazione, istituito
dal governo del presidente Ortega per sanare le ferite ancora aperte dalla guerra
civile degli anni ’80. All’attuale situazione politica, fatta di luci ed ombre, è
dedicata l’ultima lettera pastorale dell’episcopato che, in vista delle elezioni amministrative
di novembre, esorta i fedeli a votare per il bene del Paese. Intervistato da Alina
Tufani, del nostro programma ispano-americano, il presidente dei vescovi
nicaraguensi, mons.Leopoldo José Brenes Solórzano,
si sofferma sulla battaglia per la vita e la famiglia, portata avanti dalla Chiesa
del Nicaragua:
“Noi sappiamo che c'è un'ombra che
minaccia la Chiesa: sono le battaglie per l'approvazione dell'aborto. Stiamo cercando
di rafforzare la pastorale familiare con le nostre Commissioni pastorali. Inoltre
puntiamo sulla catechesi per i giovani che domani formeranno una famiglia. La pastorale
familiare è una delle nostre priorità, insieme alla pastorale giovanile e a quella
dell'educazione. In queste tre aree di azione, insieme anche alla pastorale vocazionale,
stiamo rafforzando le nostre iniziative in difesa della famiglia”. Difesa
della vita, dunque, e dei più deboli. Sempre nell’ultima lettera pastorale, i vescovi
esprimono la propria preoccupazione per la povertà estrema in cui ancora vivono troppi
cittadini. E denunciano la “mancanza di trasparenza nella distribuzione degli aiuti
dall’estero”. Dalla visita ad limina, la Chiesa del Nicaragua si aspetta una nuova
spinta alla missionarietà, rilanciata recentemente dal Congresso americano missionario
(CAM3) a Quito. D’altro canto, rileva mons. Solórzano, già ad Aparecida, nel maggio
scorso, Benedetto XVI ha rinnovato l’appello di Papa Wojtyla ad impegnarsi per una
nuova evangelizzazione:
“Come ogni altra Chiesa anche
noi abbiamo il problema dell'evangelizzazione, in cui ognuno di noi è coinvolto, ma
tutto questo è oggi illuminato dall'evento di Aparecida che ci sta portando a sviluppare
tutto un lavoro di evangelizzazione nella prospettiva già indicata da Papa Giovanni
Paolo II: quella di una nuova evangelizzazione. Oggi la direzione indicata da Aparecida
è quella del discepolato e della missionarietà. Per tutto il problema delle vocazioni
e per quello delle sette, stiamo cercando una soluzione pastorale. La Chiesa è per
sua natura missionaria e credo che dopo Aparecida abbiamo questa grande sfida: consolidare
la nostra identità”.