Stati Uniti con il fiato sospeso per l’arrivo dell’uragano "Gustav"
Ore di apprensione negli Stati Uniti. Quasi 2 milioni di persone, in fuga dall’uragano
"Gustav", hanno lasciato le coste della Louisiana, con ogni mezzo, auto, pulman, treni,
corsie aperte contromano sulle autostrade per chi abbandona le proprie case ed ogni
avere sotto la minaccia di una terribile tempesta che incombe. "Gustav" - dopo avere
provocato 85 morti nei Caraibi e lasciato una scia di distruzione ad Haiti, a Cuba,
nella Repubblica Dominicana e nelle isole Cayman - ha toccato di nuovo la terraferma,
la scorsa notte, muovendosi nel Golfo del Messico con venti a 185 chilometri l’ora
e piogge sferzanti, mantenendo ben quattro Stati sotto il rischio di devastazioni:
Louisiana, Texas, Alabama e Mississipi. Ma è soprattutto l’area di New Orleans quella
più a rischio per la fragilità del suo sistema di dighe e dove incombe il ricordo
ancora vivido dell’uragano Katrina, che proprio negli stessi giorni di fine agosto
del 2005, seppellì sotto l’acqua, il fango e le macerie oltre 1800 persone e causò
danni per 90 miliardi di dollari. Tutto il Paese è dunque con il fiato sospeso. Il
presidente Bush – ricordiamo fortemente criticato 3 anni fa per il ritardo nei soccorsi
– non sarà oggi all’apertura della Convention Repubblican di St Paul, nel Minnesota,
ma seguirà con il vice Dick Cheney dal Texas – dove è stato stabilito il quartier
generale per l’emergenza - il percorso di "Gustav". Assente alla Convention anche
John McCain, atteso per l’investitura a candidato presidenziale ma volato in Missisipi
con la vice Sarah Palin e la moglie Cindy, cosi come la moglie di Bush, Laura, ha
cancellato un evento a Minneapopolis. Ripercussioni anche sul piano economico: petrolio
in rialzo a 118 dollari per lo sbarco di "Gustav" nel Golfo del Messico, dove è stato
necessario chiudere delle raffinerie ed evacuare alcune piattaforme. (A cura di
Roberta Gisotti)