La Chiesa italiana celebra la Giornata per la salvaguardia del Creato. Mons. Tarchi:
sobrietà negli stili di vita per difendere la terra
Un invito ad una “conversione ecologica”. E’ quello proposto dai vescovi italiani
che in occasione della terza giornata per la salvaguardia del Creato, che si celebra
oggi, hanno redatto un messaggio sul tema “Una nuova sobrietà, per abitare la terra”.
“Il pianeta - si legge - è la casa che ci è donata perché la abitiamo responsabilmente,
custodendone la vivibilità anche per le prossime generazioni”. Di primaria importanza
- sottolineano i presuli - l’educazione ad una gestione responsabile dei rifiuti e
ad un uso efficiente delle energie rinnovabili. Sui temi dell’odierna giornata, Paolo
Ondarza ha intervistato mons. Paolo Tarchi, direttore dell’Ufficio per
i problemi sociali e il lavoro della CEI: R.
- Credo che chi soffre maggiormente un uso sconsiderato delle risorse del pianeta,
certamente sono soprattutto le persone più povere. Per questo, è necessario avere
uno sguardo sull’ambiente che, se da un lato recupera questa dimensione di una casa
che è per tutti, dall’altro invoca anche un uso giusto per tutti delle risorse.
D.
- I vescovi italiani, guardando agli eccessi della società dei consumi, suggeriscono
uno stile di vita più sobrio ...
R. - Il richiamo
alla sobrietà vuol dire sostanzialmente una ricerca di quello che è utile davvero
per il bene delle persone.
D. - Forse anche l’introduzione
dell’educazione civica a scuola potrebbe contribuire a questo?
R.
- Tutto ciò che aiuta a pensare al “noi”, al bene comune, alla casa comune - e la
scuola in questo ha un ruolo prioritario - va nella direzione giusta.
D.
- Fondamentale per la cura dell’ambiente è anche l’uso responsabile dell’energia...
R.
- Credo che su questo dovremmo far conoscere sempre di più come si possa avere un
consumo giusto di energia se si attingono anche a quelle forme rinnovabili oppure
si hanno delle attenzioni.
D. - Una maggiore sobrietà
vuol dire anche rendere meno gravoso il problema dei rifiuti...
R.
- Non c’è dubbio: i rifiuti indicano il modo di intendere la vita. Quello slogan che
ha pervaso e pervade ancora il nostro modo di agire - l’"usa e getta" - certamente
chiede di essere ripensato in una logica in cui si fa uso delle cose, di quelle che
servono e nello stesso tempo, se è possibile, si riciclano nella misura in cui questo
lo consenta.
D. - La questione della salvaguardia
del Creato è ormai da tre anni al centro dell’attenzione della Chiesa italiana ed
è diventato anche un problema a cui si guarda da un punto di vista ecumenico ...
R.
- La casa, se è una casa comune, deve vedere necessariamente attenti non solo alcune
componenti sociali ma tutte le componenti, a partire in modo particolare dai cristiani
che nel loro modo di avvicinare la Creazione, attraverso l’insegnamento che la Scrittura
ci offre, sono richiamati certamente ogni giorno a riscoprirne la bellezza e il dono.